venerdì 22 novembre 2013

Recensione: Shades of Lifes di Glinda Izabel


Buon pomeriggio carissimi lettori,
oggi è venerdì e ci si avvicina sempre di più al fine settimana con una delle recensioni che non vedevo l'ora di postare. Sono in un costante ritardo riguarda alla letture dei libri, nel senso che li leggo sempre un po' di tempo dopo la loro uscita ma poi finalmente, riesco anche io a farlo. Per capire meglio perchè è una delle recensioni che volevo scrivere assolutamente, bisogna tornare indietro di un annetto, poco prima dell'apertura di Bookcret. A quel tempo ero una giovane fanciulletta nullafacente e nullatenente che in un estate sola si era divorata almeno una 40 di romanzi. Facevo solamente quello, ma dove li trovavo tutti sti libri da leggere? Atelier dei libri, è la risposta. Premettendo che non è un modo per ingraziarmi Glinda, perchè non sono quel tipo di persona, ma frequentando il suo blog e leggendo le sue recensioni sono incappata in un universo senza fine, che è quello della lettura. Pochissimo tempo dopo ho deciso di aprire il mio blog personale, con l'aiuto della mia fantastica collega Ilaria, che ringrazio immensamente perchè, nonostante la nostra distanza, mi ha sempre aiutato e, durante un mio periodo di crisi scolastica, nel quale non pubblicavo più niente, ha sorretto con le sue sole forze Bookcret, tenendolo in piedi fino al mio ritorno ufficiale. Comunque, vago sempre troppo con le parole. Glinda Izabel, colei che gestisce l'Atelier dei Libri, ha pubblicato nel maggio 2013, attraverso il concorso letterario Ifantasy di Fazi, il suo romanzo d'esordio: "Shades of Life", da tutti ormai comunemente chiamato SOL. Oggi sono qui per recensirlo. Il libro mi è stato consigliato direttamente da Glinda, che non smetterò mai di ringraziare. Ma ora, bando alle ciance, vi lascio come al solito ai dettagli, alla trama e alla mia recensione.



Titolo: Shades of Life
Autore: Glinda Izabel
Data di pubblicazione: 31 maggio 2013
Casa Editrice: Fazi Editore
Collana: Lain
Formato: Ebook
Pagine: 164
Prezzo ebook: 1,99 €

TRAMA

Juniper Lee potrebbe concedersi ogni lusso. Potrebbe viaggiare senza preoccuparsi di avere una destinazione, abbandonarsi a ogni sorta di eccesso senza temere ripercussioni. Ma non c’è nessun bene materiale che possa distrarla dalla solitudine che la divora, perché Juniper è un spettro intrappolato in una dimensione dai contorni indefiniti. Il suo cuore non batte realmente, e tutto di lei - i suoi respiri, i suoi sorrisi, le lacrime che spesso le solcano le guance, sono solo l’eco di una vita ormai lontana. Juniper è sola e non possiede alcun ricordo. L’unica memoria che sollecita la sua mente, sin da quando si è risvegliata nella sua nuova forma spettrale, è quella di un nome. Il suo. Unica eredità della ragazza che doveva essere stata un tempo. Eppure, nonostante sembri non esserci nulla a legarla al mondo dei vivi, Juniper non riesce a seguire il raggio di luce che potrebbe aprirle le porte dell’aldilà. Quando alla sua porta si presenta Logan, attraente ragazzo dallo sguardo scintillante, tutto per lei si tinge di nuovi e abbaglianti colori. Logan è diverso dagli altri spettri, è come se in sé nascondesse qualcosa di unico, che l’attrae in modo irresistibile. Qualcosa di inspiegabile avviene quando i due si toccano, come l’esplosione di una forza celestiale. E un ingranaggio si smuove nei recessi della mente di lei, facendole provare sensazioni mai conosciute prima. Sensazioni che profumano di ricordi sopiti e verità dimenticate. Sensazioni che potrebbero rispondere alla domanda che l’ha assillata sin dal giorno del suo risveglio: chi è davvero Juniper Lee?


RECENSIONE


«Sì. Morire è una cosa sopravvalutata. In fondo non è poi tutta questa tragedia. Se la si vedesse come una seconda occasione, una possibilità di realizzare il sogno di esistere sconfiggendo le implicazioni drammatiche che la vita porta con sé - sai, il tempo che scorre implacabile, il bisogno di affannarsi per lasciare un segno nel mondo - be', se la si vedesse così, non sarebbe tanto male». Mi meravigliai per la profondità di quel pensiero.

Come posso cominciare? Innanzitutto già la sinossi è meravigliosa e ti fa venire voglia di cominciare a leggere il libro e finirlo nel giro di pochi minuti. Ma, ragazzi, vi prego, non fatelo! E' un suicidio. E sapete perchè? Perchè quando mi sono ritrovata verso le ultime pagine, a piangere come una bambina in preda ad una crisi isterica, non volevo che finisse. Quindi, prendetevi tutto il tempo di assaporarlo, di farvelo entrare dentro al cuore e ricordatevi di chiudere a chiave, perchè non dovete farlo uscire facilmente. Come ho già detto a Glinda, ho sentito fin dalle prime pagine una connessione, un legame, con i personaggi. Qualcosa di profondo, mai provato prima. Ho immediatamente immaginato Juniper Lee con il mio volto, il mio nome e Logan con il nome dell'amore della mia vita e il suo viso. SOL è una storia d'amore assolutamente non comune e anticonvenzionale, da stenderti. Finito, avrei voluto rileggerlo altre mille volte, per imprimermi le parole dentro il cuore e dentro la testa.

La luce diurna tremolò attorno a noi. Non me ne curai. Il mondo sarebbe anche potuto andare in frantumi e io lo avrei ignorato. Tutto ciò che contava era tra le mie braccia.

Sì, concordo. Tutto ciò che contava per me in quel momento, il romanzo di Glinda Izabel, era tra le mie braccia e non volevo lasciarlo andare. Lo stile di scrittura dell'autrice è semplice e coinvolgente, ma allo stesso tempo è ricca di dettagli da farti sognare di essere lì. Chiudi gli occhi e ti vedi in tutti i luoghi da lei descritti e non puoi farne a meno. Il primo posto che ho amato in assoluto è stata la piccola libreria vintage Reader's Delight, dove oramai Juniper Lee viveva. Juniper è una ragazza sola, combattuta e tormentata, perchè, essendo morta da non sa quando, ha perso completamente tutti i suoi ricordi. Non sa chi è, da dove viene e l'unica cosa che sa è il suo nome, ed era probabile che se lo fosse inventato lei stessa. A tormentarle le giornate c'è solo la sua coscienza, una voce interiore che lei ha chiamato Adelaide, che la stuzzica e la sgrida, praticamente sempre. Ma qualcosa cambia quando dalla finestra della libreria intravide un paio di occhi blu come il mare dei Caraibi che si piantano nei suoi. Eh si, parliamo proprio di Logan, un ragazzo alto, con i capelli neri e ricci (i miei preferiti) che le sorride. E qui, non aggiungo altro perchè non voglio svelarvi niente dato che è una scena molto divertente. Fin dal primo momento Juniper si mette in discussione. Il ragazzo è nuovo, un nuovo "fantasma" appena arrivato e non vuole assolutamente credere di essere morto. Ha altre supposizioni e fra loro nasce subito qualcosa di intenso e forte che fa vibrare anche la mia anima. 

«Non smettere di guardarmi, Juniper Lee». Il suo pollice sfiorò la mia guancia. «I tuoi occhi sono in grado di cancellare tutto il dolore che mi ha torturato fino a oggi. Non portarmeli via». Era una preghiera appena udibile, la sua.

La mia preghiera appena udibile era di non portarmi via quel libro. Di farlo continuare all'infinito. O almeno di farmi leggere altro di loro due. SOL ha una colonna sonora e, a differenza di tutte le canzone dei Beatles che Glinda ci ha amabilmente messo dentro (io le adoro tutte), per me, quello che lo rappresenta meglio è "A thousand years" di Christina Perri. Il testo, a parer mio, esprime tutto ciò che Logan e Juniper provano l'uno per l'altra. Sinceramente non so più come farvi capire quanto è stato questo libro per me, e quanto vorrei che tutti lo leggessero. E' speciale, romantico, ti fa vivere un sogno. E ora magari la smetto di sognare ad occhi aperti perchè Logan non sarà mai mio, o forse mi sbaglio, perchè un Logan al mio fianco ce l'ho, e sono veramente fortuna. Bene, dopo tutto questo mio sproloquio, che avrei voluto fosse molto più lungo, ma soprattutto avrei voluto aggiungervi altre citazioni, vi lascio, sperando che acquisterete il magnifico romanzo della stupenda Glinda Izabel, a solamente 1,99 € su Amazon. A presto amici, e buona lettura!


Il mio voto al romanzo:




Pamela di
Bookcret, quello che i libri non dicono.