mercoledì 13 febbraio 2013

Recensione: "Occhi verdi" di Judith Mcnaught


Carissime lettrici,
oggi mi rivolgo soprattutto a voi. Proponendovi la recensione di un romanzo rosa emozionante e avvincente. Il romanzo in questione si intitola “Occhi verdi” di Judith Mcnaught. A mio avviso uno dei suoi volumi più accattivante e ben riuscito.




Titolo: Occhi verdi
 
Autore: Judith Mcnaught
 
Editore: Sonzogno
 
Recensione eseguita da Ilaria

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Trama:
Elizabeth Cameron, contessa di Havenhurst, è una delle più belle giovani donne d'Inghilterra. Ma la cascata di boccoli color dell'oro, gli occhi di smeraldo e il corpo flessuoso non devono trarre in inganno: sotto quell'aspetto fragile e delizioso si nascondono una tempra da combattente, orgoglio e coraggio smisurati. Nel possente abbraccio di Ian Thornton, Elizabeth avverte per la prima volta un turbamento sconosciuto. Anche Ian è un uomo di rara avvenenza, ma di grande msitero: non si sa nulla del suo passato nè delle origini della sua ricchezza... Dai salotti della Londra per bene alle selvagge highlands scozzesi, il tempestoso, drammatico, sensuale, dolce, intrigato rapporto di Elizabeth e Ian si arricchisce di colpi di scena, scandali, gelosie, malintesi, finchè i due innamorati non si arrenderanno alla voce del cuore.
 
 
Recensione:
Elizabeth Cameron, protagonista di questo romanzo è una bellissima ragazza dagli occhi verdi e i capelli del color del miele. Lo zio Julius Cameron desideroso di sbarazzarsi della nipote, dopo lo scandalo avvenuto un anno e mezzo fa, decide di inviare ai suoi precedenti corteggiatori una missiva. Il massaggio afferma che Mr Julius Cameron desidera vedere la nipote, sposata convenientemente al più presto. Dei quindici destinatari, solo tre decidono di accogliere nella propria casa, per una settimana, la ragazza con una chaperon, affinché potessero “rifare conoscenza”. Il primo pretendente a cui fa visita Elizabeth è Sir Francis Belhaven. Un uomo di quarantacinque anni, dedito ai piaceri della carne, desideroso di un erede legittimo. Il secondo è Lord John Marchman. Un grande stimatore della caccia e delle pesca. Il terzo e ultimo è Ian Thornton. L'uomo che rovinò inavvertitamente la reputazione di Elizabeth, rendendola una squattrinata e distruggendole ogni possibilità di matrimonio. Elizabeth però ha altri progetti per il proprio futuro e desiderosa di cavarsela da sola cercherà in ogni modo di dissuadere i tre pretendenti. Ma sarà alquanto difficile, soprattutto a causa dell'ardente attrazzione che prova per uno dei tre. L'uomo di cui si innamorò alla tenera età di diciassette anni e che le rovinò la vita: Ian Thornton.
La vicenda si svolge sia a Londra, dove abita Elizabeth e in Scozzia dove risiede la casa di campagna di Ian. La narrazione ricopre un lasso di tempo di circa un anno. I protagonisti di questa vicenda sono al quanto orgogliosi e testardi. Elizabeth pur essendo una ragazza cresciuta con i servitore della sua adorata casa, lontana da tutti gli altri bambini è allegra e spensierata. Decisa e coraggiosa. Una ragazza al quale è stato portato via tutto: il fratello, gli averi della sua casa, la reputazione e ogni possibilità di matrimonio. Ma nonostante questo non si è lasciata piegare dal volere dello zio. Desidera la completa libertà ed è disposta a tutto pur di ottenerla. Ian, invece, è il classico scozzese, orgoglioso e arrogante. Perduta la sua fiducia è persa per sempre. Un uomo riflessivo, intelligente, affascinante e spavaldo. Quando si incontrarono per la prima volta Elizabeth aveva soltanto diciassette anni, ma questo non impedì ad Ian di sedurla e chiederla in sposa, ma il fratello, desideroso di placare i suoi debiti di gioco, propendeva per un matrimonio più proficuo per la sorella. La discussione si mutò in conflitto e infine in duello, allontanando i due giovani fino al giorno dell'arrivo di Elizabeth in Scozia. Nonostante il loro incontro risulti ricco di equivoci, rabbia e dolore, non si può placare quella fiamma che tanto tempo addietro li fece innamorare. Man mano Ian scoprirà che la ragazza che credeva essere una civetta svergognata non è altro che una ragazza pura, innocente, dolce e orgogliosa. Che deve riconquistare a tutti i costi.
Il linguaggio è semplice e facilmente comprensibile. La lettura procede spedita, senza intoppi.
Judith ha una dote straordinaria: far credere al lettore che tutto sti andando per il meglio quando a un certo punto cambia le carte in tavola, rendendo più avvincente e appassionante il romano.
I brevi incontri amorosi tra i due amanti sono dolci ed emozionanti. Una componente fondamentale in un romanzo di genere rosa. Un'altra grande capacità della scrittrice è quella di far calare il lettore nell'epoca in cui è ambientata la vicenda. Descrivendo in maniera accurata la vita mondana con i suoi pregi e difetti. Condannando le ingiustizie ed elogiando le virtù.
Un volume ricco d' amore e di passione. Una vicenda che fa sognare, credere nei miracoli e nell'amore con la “a” maiuscola, nella forza delle passioni e nel saper perdonare in nome di quel sentimento potente e indissolubile.
Questo volume è il più riuscito di questa autrice poiché a distanza di tempo il lettore ricorda con affetto una vicenda che l'ha fatto fantasticare ed emozionare come non mai. Rievocando l'amore impossibile e travagliato della giovane Elizabeth Cameron e dell'orgoglioso Ian Thornton.
Un romanzo che consiglio con tutto il cuore alle amanti del genere e alle inguaribili sognatrici come me. Ma attenzione il romanzo è uno di quei libri introvabili che si trovano solo nei mercatini dell'usato a costi elevati. Oppure potete provare a cercarlo in biblioteca.


 



“Davvero non sapete perché siete ancora qui con me?”
“Non so nemmeno chi siete voi!” esclamò lei. “So in quali posti siete
stato, ma non so chi è la vostra famiglia, la vostra gente. So che giocate
grosse somme alle carte, e lo disapprovo...”
“Gioco anche grosse somme su navi e mercanzie; questo mi farà salire
nella vostra stima?”
“E so,” continuò lei disperatamente, osservando che il suo sguardo
diventava ardente e sensuale, “so perfettamente che mi mettete molto a
disagio quando mi guardate come fate ora!”
“Elizabeth,” disse lui con tono di tenera sicurezza, “siete qui perché
siamo già mezzo innamorati l’uno dell’altra.”
“Cooosa?” ansimò lei.
“Quanto a sapere chi sono, è molto facile rispondere.” La sua mano si
levò sfiorandole la guancia pallida, poi lisciandole i capelli, fermandosi
alla nuca. Con dolcezza spiegò: “Sono l’uomo che sposerete.”
“Oh, mio Dio!”
“Credo che sia troppo tardi per cominciare a pregare,” scherzò lui con
voce soffocata. “Dovete... dovete essere pazzo!” disse lei con voce
tremante.
“È quel che penso anch’io,” bisbigliò lui, e chinando la testa le
premette le labbra sulla fronte, stringendosela al petto, tenendola come se
sapesse che si sarebbe dibattuta se avesse osato di più. “Non rientravate
nei miei programmi, Miss Cameron.”


Estratto I capitolo:

domenica 10 febbraio 2013

Recensione: A nudo per te di Sylvia Day


Carissimi lettori,
in vista alla pubblicazione del secondo romanzo di una nuova trilogia erotica, vorrei parlarvi del primo volume: “A nudo per te” di Sylvia Day. Un romanzo che non può non piacere alle amanti del genere e alle stimatrici di E. James. L'autrice di “Cinquanta sfumature di grigio, nero, rosso”.



Titolo: A nudo per te
 
Autore: Sylvia Day
 
Editore: Mondadori
 
N. pagine: 334
 
Recensione eseguita da Ilaria
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Trama:
Lei è Eva Tramell, giovane neolaureata che sta per iniziare il suo primo lavoro in un'importante agenzia pubblicitaria a Manhattan. Lui è Gideon Cross, carismatico e affascinante uomo d'affari, proprietario dell'agenzia e del lussuoso palazzo in cui entrambi lavorano. Quando si incontrano, l'attrazione tra loro è istantanea e irresistibile, di quelle che non lasciano scampo. Gideon desidera Eva sopra a ogni cosa, ma rifiuta qualunque coinvolgimento sentimentale, perché non vuole mescolare sesso e amore. Eva, dal canto suo, è travolta da una passione che non pensava avrebbe mai provato, ma non accetta di farsi trattare come un semplice oggetto del desiderio o una trattativa d'affari da portare a termine rapidamente e con successo, cosa a cui lui è abituato da sempre. Entrambi devono fare i conti con un passato difficile e tormentato, e quando inizia a farsi strada un sentimento più profondo, le barriere che hanno faticosamente costruito negli anni per proteggersi rischiano inevitabilmente di crollare. Sullo sfondo della New York sfavillante dell'alta finanza, dove apparenza e ricchezza contano più di ogni altra cosa, Eva e Gideon sono costretti a mettersi totalmente in gioco e a lasciarsi andare alla loro ossessione. "A nudo per te" è il primo romanzo della Crossfire Trilogy.
 
 
Recensione:
I protagonisti di questa saga sono Eva Tramell e Gideon Cross. Lei si è appena trasferita a Manhattan da San Diego per lavorare come assistente, in una delle più importanti agenzie pubblicitarie degli Stati Uniti, la Field & Leaman. Lui è il proprietario del palazzo nel quale risiede l'agenzia per cui lavora lei. Non che proprietario del palazzo in cui vive Eva, di una palestra e di vari locali notturni. Un uomo ricco, sexy e bellissimo. Tra i due è attrazione a prima vista, si vogliono, si cercano, si amano, ma il passato torna sempre. Ed entrambi nella loro vita hanno sofferto tantissimo. L'incognita è scoprire se due persone così “malate”, “distrutte” possano costruire qualcosa.
Per molti questo romanzo potrebbe essere il copia e incolla della trilogia di E.James. Ma sin dalle prime pagine si capisce che il livello narrativo e linguistico sono nettamente superiori. I personaggi sono più convincenti e meno idealizzati. Il loro passato è più spaventoso e lascia ripercussioni evidenti nel loro rapporto sessuale. E tra l'altro dimenticatevi l'impacciata, timida, e insicura Anastasia qui abbiamo Eva. Una donna decisa, forte, determinata che non si lascia sopraffare. Una controparte femminile degna del tenebroso e dominante compagno.
Sia Eva che Gideon hanno problemi con le loro famiglie. La mamma di Eva ha alle spalle vari matrimoni. E ricca di sensi di colpa perché non è riuscita a proteggerla quando era piccola, tiene a metterle sotto controllo il telefono, con l'aiuto del nuovo marito Richard Stanton, il proprietario di una compagnia telefonica. Il padre, invece, è un poliziotto. Vive a Oceanside, dall'altra parte del paese. Di conseguenza se prima riuscivano a vedersi almeno una volta alla settimana ora non ne hanno più la possibilità.
Gideon, al contrario, disprezza la sua famiglia, tanto che non desidera neanche avvicinarsi alla loro abitazione. E soprattutto dal romanzo emerge un profondo conflitto con il fratello Christopher. Il fratello prova astio e rancore per non aver ricevuto tutte le attenzioni che sembravano dare a Gideon. Per questo desidera tutto ciò che appartiene a Cross. Il padre di Gideon, invece, si è suicidato quando era ancora molto piccolo. Nel libro viene spiegata la drammatica vicenda di Eva, mentre per quella di Gideon penso bisogna aspettare la pubblicazione del secondo volume. Prevista per il 19 febbraio, intitolato “riflessi di te”. Anche se alcune affermazioni farebbero intuire che alla base della sofferenza di Gideon ci sia la madre, Elizabeth. Una madre che forse lo ha amato eccessivamente...
Entrambi sono molto gelosi dell'altro. Eva vive insieme a un suo amico bisessuale Cary. Sexy, bellissimo, affascinante, immaturo e sfaccendato, che farà ingelosire moltissimo Cross. Gideon invece intrattiene ancora un legame con la sua ex fidanzata, Corinne. Questo farà vacillare il loro rapporto mettendo in discussione la loro unione.
Le scene di sesso sono esplicite e per niente volgari. Attraverso l'amore Eva cerca di lasciarsi il passato alle spalle, condividento tutta se stessa con il compagno. Qui a differenza di “cinquanta sfumature” non abbiamo una stanza rossa. Ma il protagonista, come Chrstian Gray, predilige alcune pratiche sessuali che spaventano Eva, sempre a causa del suo dramma.
Gideon è un uomo che avendo il controllo sulla propria agenzia deve averlo anche sulla sua vita sessuale. Quindi inizialmente per lui sarà difficile confrontarsi con una donna così decisa e forte.
Se all'inizio il rapporto tra Anastasia e Christian era basato sul sesso e nient'altro, quello tra Eva e Gideon si basa sulla fiducia e sull'amore. Tra i due non vi è nessun accordo. Fin dal loro primo incontro si percepisce un'intensa attrazione che sembra sfociare in un amore puro e sincero. Non vi è alcun dominatore e sottomessa, ma solamente un fidanzato innamorato e geloso della sua fidanzata. Entrambi vivono questa storia con timore e reverenza poiché in passato non hanno mai vissuto una relazione simile. Le scene hot che all'apparenza sembrano crude fanno emergere la loro profonda alchimia sessuale. Non disturbano la lettura, ma al contrario la rendono più avventurosa e intrigante. Il linguaggio è semplice, per niente volgare, anche se vi sono riferimenti sessuali espliciti. Se dovessi esprimere un giudizio nel mettere a confronto la Day con la James, potrei affermare che la seconda abbia creato un romanzo molto simile a “a nudo per te”, senza riuscire a trasmettere le stesse emozioni. Creando un volume puramente sessuale, senza alcun valore morale e affettivo. Mentre gli ultimi due, a mio avviso, sono molto più piacevoli e appassionanti.
Il mio giudizio complessivo sul libro è positivo. Aspetto con ansia la pubblicazione del secondo volume. Pertanto non posso non consigliare alle amanti del genere la lettura di questa nuova trilogia erotica.


Estratto I Capitolo:
 
Aspettando "Riflessi di te"
 
 
 
 
Titolo: Riflessi di te
 
Autore: Sylvia Day
 
Editore: Mondadori
 
Data di pubblicazione: 19 febbraio 2013
 
N. pagine: 350
 
 
 
 
 
 
 
Trama:
Nonostante le difficoltà del loro rapporto, Gideon Cross, bello e perfetto fuori ma tormentato dentro, ed Eva Tramell, come lui con un passato doloroso alle spalle, sono ancora insieme. Lei è sempre più innamorata, non riesce a stargli lontano e anche lui pare contraccambiare, anche se l'ombra di una sua ex amante continua a suscitare la gelosia di Eva e numerose incomprensioni tra i due. Eva è convinta che tra loro non potrà mai funzionare, ma non riesce a sottrarsi al desiderio incontrollabile e all'amore disperato che li legano. Il comportamento di Gideon si fa però sempre più distaccato e misterioso. Che cosa nasconde davvero? È possibile per due persone come loro, legate da un'incandescente alchimia erotica, superare i traumi del passato e costruire una relazione duratura e profonda?

venerdì 8 febbraio 2013

Recensione: 3096 giorni di Natascha Kampusch


Salve a tutti carissimi lettori,
quest'oggi vorrei parlarvi del romanzo di Natascha Kampusch, “3096 giorni”.
Ricorderete vagamente di aver sentito sui notiziari la drammatica vicenda di questa ragazza rapita alla tenera età di dieci anni, e che dopo 8 anni di maltrattamenti, ingiustizie, traumi e percosse riuscì a scappare dal suo aguzzino. Ora con questo libro cerca di chiudere il capitolo più doloroso della sua vita a guardare avanti, con la convinzione di essere veramente libera.



 
Titolo: 3096 giorni
 
Autore: Natascha Kampusch
 
Editore: Bompiani
 
N. pagine: 295
 
Recensione eseguita da Ilaria
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Trama:
Natascha Kampush ha dieci anni quando viene rapita. Troverà la libertà dopo 3096 giorni, oltre otto anni dopo, riuscendo a fuggire dall'appartamento in cui veniva segregata. Il rapitore, disperato per l'abbandono, si suicida. Il loro non era, infatti, un "semplice" rapporto di violenza e sottomissione. Tutta la lunga prigionia alterna momenti di violenza a momenti di tenerezza. Il rapitore vede crescere Natascha, la vede trasformarsi da bambina a ragazza. Le concede a un certo punto di uscire dalla cantina in cui era rinchiusa, per salire nell'appartamento di lui e farsi un bagno, talvolta invitandola nel suo letto per avere affetto e tenerezza, ma poi la picchia e la umilia, arrivando a negarle il cibo. L'atteggiamento dell'uomo (che per altri versi le concede di disegnare, di usare il computer) è simile a quello del mitico Pigmalione, disgustato dalle donne reali e deciso a costruirsene una perfetta con le proprie mani. Il loro lungo rapporto va avanti così per più di otto anni: Natascha riesce evidentemente ad avere un ascendente su di lui, in un rapporto di dipendenza reciproca che gli psichiatri conoscono. Fino a che Natascha, dopo molte riflessioni, decide di "abbandonarlo" e di fuggire, trovando finalmente la libertà e, lentamente, una sua nuova vita. Quasi normale.
 
 
 
Recensione:
Natascha ha dieci anni e vive insieme alla sua famiglia a Vienna. È una bambina paffutella, per non dire grassa. Ignara del pericolo imminente e convinta di non essere il tipo di bambina che sembrano preferire i rapitori, si reca a scuola da sola. Esce dal palazzo in cui abita, svolta l'angolo per dirigersi verso l'edificio, e sul suo cammino incontra Wolfgang Priklopil. Il rapitore.
Ha inizio così la prigionia di Natascha che durò per ben 3096 giorni.
La vicenda è ambientata in una piccola provincia di Vienna, Strasshof, dove si trova la casa del rapitore. Nella quale Natascha visse i suoi anni di prigionia.
Natascha si descrive nelle prime pagine come una bambina insicura, triste, con problemi familiari,abbandonata a sé stessa, senza autostima che causa continuamente fastidi agli adulti. Quella stessa bambina, dovette rapportarsi con il suo rapitore che cercò in ogni modo di sottometterla, umiliarla e controllarla. Natascha con la sua forza, la sua autonomia è riuscita a non piegarsi al suo volere, rimanendo costante, sicura e decisa. Un pugno per lei era un motivo per combattere. Un calcio un motivo per rialzarsi. Una privazione, come il cibo, era un motivo per sperare, credere in una possibile salvezza. Nei suoi anni di prigionia Natascha ha creato con Priklopil un legame indissolubile, ancora oggi presente, poiché dai reporter e dalle critiche mossole non si riesce a capire perché a distanza di tempo Natascha senta il dovere di tornare in quella casa, pulirla e riordinarla. Il legame, all'ora si basava sull'avere e sul dare, sul ricevere e sopportare. Natascha oggi ricorda il rapitore come un uomo insicuro, con gravi problemi psichici, rabbioso, solo, ma al tempo stesso fragile che desiderava come tutti una persona alla quale potersi stringere e fidare. La ragazza tiene in modo particolare a precisare che nonostante il rapitore abbia abusato di lei dall'età di quattordici anni, Priklopil non era un a bestia crudele, come lo hanno descritto i giornali dopo la sua fuga, ma una persona desiderosa d' affetto. Priklopil era un uomo estremamente violento, con problemi mentali evidenti, desideroso di governare nel piccolo luogo della sua casa quella piccola creatura che aveva rapito in giovanissima età. Una persona facilmente turbabile e suscettibile, capace di grande atrocità come colpire una bambina di quattordici anni al ginocchio con un coltello da cucina, ma solidale e attento nei confronti di una bambina di soli dieci anni spaventata e sola, desiderosa di conforto. Spesso gli psicologi che hanno seguito il caso, hanno accusato nel comportamento di Natascha la sindrome di Stoccolma. Il termine fu coniato dopo una rapina a una banca di Stoccolma, nel 1973. Per cinque giorni i rapitori tennero in ostaggio quattro impiegati. Con stupore dei media, al momento della liberazione, ci si accorse che gli ostaggi avevano più paura della polizia che dei rapinatori, e che avevano assoluta comprensione di questi ultimi. Alcune delle vittime chiesero pietà per i rapinatori e fecero loro visita in prigione. Natascha oggi si oppone con tanta veemenza a farsi attribuire questa etichetta poiché essendo stata rapita, privata della propria famiglia, dell'identità, Priklopil divenne di conseguenza la sua famiglia. Come lei ci spiega, non aveva alcuna possibilità se non accettarlo come tale e ad imparare a gioire delle sue attenzioni, rimuovendo tutto il negativo.
Natascha nel raccontarci la sua prigionia usa un linguaggio molto semplice, colloquiale, di facile comprensione. Uno stile, potremo dire, “schietto” senza mezzi termini. Ci espone con chiarezza le sue sofferenze, le percosse, il dolore subito come stesse parlando di un'altra persona e lei fosse uno spettatore incuriosito. Spesso risulta ripetitiva nel voler mettere in evidenza il fatto che lei non si sia mai piegata al volere del rapitore, e che Priklopil fosse prima di tutto un uomo, e non una bestia. Nonostante questo la lettura è scorrevole e molte parti lasciano l'amaro in bocca. Scoprire che una singola bambina dovette sopportare simile atrocità, farebbe suscitare le ire di chiunque e scoprire che la stessa vittima riuscì a perdonarlo, accese ancora di più gli animi. Ma bisogna accettare la decisione e non criticarla. Poiché grazie al perdono ora Natascha può guardare al futuro. Chiudere il capitolo più difficile e cupo della sua vita. Avere la convinzione di essere stata abbastanza forte da liberarsi e di saper destreggiarsi anche nella vita in libertà.
Avendo letto questo libro e avendolo apprezzato notevolmente non posso far altro che consigliarlo.

Un documento storico del rapimento più lungo della storia recente.



"I want once more in my life some happiness
and survive in the ecstasy of living
I want once more see a smile and laughing for a while
I want once more the taste of someone's love"



Estratto I Capitolo: Un fragile mondo
                                   La mia infanzia alla periferia di Vienna