giovedì 7 novembre 2013

Il rogo dei libri del 1933


Salve a tutti cari lettori,
oggi, di tacito accordo con Pamela, abbiamo deciso di dedicare la giornata alla pubblicazione delle curiosità.
La mia non vuole essere proprio una curiosità ma, il ricordo di un evento che spero non ricapiti mai più nel mondo.
Essendo un'appassionata di libri, quest'anno volevo che l'argomento della mia tesina fosse incentrato sui miei hobby e sulle mie passione. Inizialmente avevo pensato di portare Bookcret come spunto da cui partire per poi collegare le varie materie ma, viste le difficoltà e la forzatura nei collegamenti sono passata a tutt'altro: il topo. Dal quale poi avrei d'esumato il classico detto: "sei un topo di biblioteca" ma anche qua, i collegamenti non erano del tutto originali e non avrei mai voluto, un giorno, ricordare la mia maturità come un grosso topo grigio intento a mangiare il formaggio ahahhahahha. Così scavando più a fondo tra le varie pagine di Google ho trovato il tema perfetto: il rogo dei libri del 1933. E, per mia grande fortuna, quest'anno ricorreva l'ottantesimo anniversario dell'evento.

Non fraintendetemi, non voglio parlarvi di storia né annoiarvi, voglio semplicemente dare spunti a tutti i futuri maturandi di quest'anno e ricordare con voi una delle date più plumbee della storia moderna.




Tra il 10 maggio e il 21 giugno 1933 si svolsero numerosi roghi in trenta città universitarie tedesche. Il rogo più spettacolare fu organizzato nella piazza del Teatro dell'opera a Berlino, la sera del 10 maggio 1933. In contemporanea roghi simili si svolsero in altre città, descritti da Radio Germania (Deutschaldn Sender) e da altre emittenti radiofoniche. Il rogo di Berlino fu organizzato con estrema attenzione poiché doveva essere un esempio per le altre città del Reich. Le fiamme si levarono sopra la piazza del Teatro dell'opera alle undici e mezza di notte. Secondo il giornale "Völkischer Beobachter", che dopo la salita al potere di Hitler veniva tenuto sotto controllo dai nazisti, bisognava respingere le opere:

Dei teorici del Marxismo (Movimento socialista);
• Di coloro che esaltavano la Repubblica di Weimar ( Periodo della storia della Germania che va dal 1919 al 1933);
• Di coloro che attaccavano i fondamenti della morale e della religione tedesca ;
• Degli autori pacifisti, in particolar modo degli scrittori critici della Prima Guerra Mondiale (1914-1918);
• Di coloro che offendevano i militari nazisti;
• Di libri di scrittori ebrei;
• Di libri che parlavano positivamente della popolazione ebrea;
• Di chi criticava la società borghese tedesca;
• Degli autori comunisti;
• Dei giornalisti oppositori del regime;
• Di scienziati antinazisti ( Albert Einstein)



A ottant'anni dal rogo dei libri compiuto a Berlino dai nazionalsocialisti, sono stati centinaia i partecipanti alla cerimonia di commemorazione dell'evento. Per tutta la giornata sul Bebelplatz di Berlino, dove vennero arsi il 10 maggio 1933 centinaia di libri di autori ebrei, socialisti e pacifisti, si sono svolte letture e discussioni per ricordare la storica data.
Al centro della piazza, di fianco al monumento di Micha Ullman vi era un palco su cui si avvicendano attori tedeschi, anche di un certo spessore, a leggere brani dai libri che nel 1933 furono bruciati.
A pochi metri dal palco, un’area della piazza era ricoperta da sedie in plastica di diverso colore. Su ogni sedia c’era un libro di un autore bandito a disposizione delle persone che passavano.
Spesso, i grandi cambiamenti della storia sono stati accompagnati dalla distruzione dei libri. La scelta del fuoco come strumento di annientamento non è casuale. Il fuoco non lascia dietro di sé nessuna traccia, nessuna rovina sulla quale poter costruire il futuro o ricostruire il passato.
Noi oggi tendiamo a ricordare certi fatti della storia in modo da impedirne il loro ripetersi nel futuro. Quest'evento ha portato, come vi è scritto sopra la fine di centinaia e centinaia di libri ma, con essi anche la fantasia, la creatività, l'impegno, la fatica dei vari autori. Ogni autore lascia un pezzo di sé in ogni volume pubblicato e vederlo bruciare davanti ai nostri occhi provoca in noi una piccola morte interiore. Ma dobbiamo anche ricordare che questa distruzione fu un preludio per ciò che avvenne dopo: la deportazione e lo sterminio di milioni di uomini nei campi di concentramento.


Fonti:


Ilaria di
Bookcret, quello che i libri non dicono