lunedì 27 agosto 2012

Recensione, Il cavaliere d'inverno di Paullina Simons


Amici lettori,
oggi voglio condividere con voi la storia d'amore e guerra più dolce, complicata, romantica...che abbia mai letto. Un romanzo che mi ha fatto sognare, piangere, stupire, emozionare moltisimo. Sto parlando di "Il Cavaliere d'Inverno" di Paullina Simons.





Titolo: Il cavaliere d'inverno
Titolo originale:  The bronze horseman
Autrice: Paullina Simons
Editore: Rizzoli
Collana: Bur narrativa
Pagine: 700
Recensione eseguita da: Ilaria
 




Trama:
Leningrado, 1941. In una tranquilla sera d'estate Tatiana e Dasha, sorelle ma soprattutto grandi amiche, si stanno confidando i segreti del cuore, quando alla radio il generale Molotov annuncia che la Germania ha invaso la Russia. Uscita per fare scorta di cibo, Tatiana incontra Alexander, un giovane ufficiale dell'Armata Rossa che parla russo con un lieve accento. Tra loro scatta subito un'attrazione reciproca e irresistibile. Ma è un amore impossibile, che potrebbe distruggerli entrambi. Mentre un implacabile inverno e l'assedio nazista stringono la città in una morsa, riducendola allo stremo, Tatiana e Alexander trarranno la forza per affrontare mille avversità e sacrifici proprio dal legame segreto che li unisce.

Recensione:
Definire questo romanzo bellissimo sarebbe un insulto colossale. Lessi questo libro per la pima volta tre anni fa e da allora l'avrò riletto un ventina di volte. Ci tengo a precisare che il libro, non risulta essere il solito romanzetto Harmony, senza nessuna offesa per gli amanti del genere, ma essendo ambientato nel 1941 riporta a galla le drammatiche vicende vissute dai nostri antenati durante la Seconda Guerra Mondiale. Fame, epidemie, morte, distruzione, dolore, sofferenza fanno da scenario all'incontro e allo sbocciare dell' amore tenero e coraggioso di Tatiana e Alexander. Tatiana all'inizio del romanzo è una ragazzina di diciasette anni, insicura, fragile che non riesce neanche a portare a termine un semplice incarico come quello di fare la spesa. Man mano che il romanzo scorre via, Tatiana si trasforma, diventa una donna forte, tenace, battagliera e coraggiosa. Costretta ad assistere alla scomparsa del fratello, alla morte dei nonni, dei genitori e infine della sorella. Riesce a trovare in Alexander un sostegno morale e infine la sua unica ragione di vita. Alexander invece, è un soldato dell'Unione Sovietica, portato in Russia dai genitori quando era piccolo. Costretto a nascondersi dai servizi di polizia politica che hanno fucilato i suoi genitori. Il loro amore risulta essere impossibile fin da subito poichè la sorella di Tania, Dasha, rivendica per se l'amore di Alexander e Tania per non ferire i suoi sentimenti decide di cederle il posto, allontanando da se il soldato. I personaggi di Dasha e  di Dimitri, amico di Alexander, sono quelli che ho detestato di più a causa del loro carattere superficiale, menefreghista ed egoista. Nonostante il linguaggio e i dialoghi spesso ripetitivi ho amato tantissimo questo libro. Sono diventata Tatiana, ho avuto paura, ho asistito alla morte di persone care, ho combattuto contro la fame e la morte e soprattutto mi sono innamorata di Alexander. Ho vissuto con lui a Lazarevo e lì insieme ai lettori ho imparato a conoscere la parte più dolce e romantica di Alexander. Ogni passo del libro era una lacrima, ogni allontanamento una sofferenza e ogni bacio una felicità immensa. Questo libro mi ha fatto davvero tanto sognare, mi ha fatto credere nell'amore con la "a" maiuscola, mi ha fatto conoscere un'epoca fatta di morte e distruzione nella quale non vivrò mai. Mi ha fatto capire che nulla vale più dell'amore ed il sacrificio per le persone che si amano e si voglio bene. Nulla vale più di un bacio o di un abbraccio quando il mondo intorno a noi sembra distruggersi a poco a poco.