lunedì 26 agosto 2013

Recensione: I Miserabili di Victor Hugo

"Do you hear the people sing? Singing the song of angry men? It is the music of the people who will not be slaves again. When the beating of your heart echoes the beating of the drums there is a life about to start when tomorrow comes"


 E’ strano come, a volte, un libro si riveli inaspettatamente proprio ciò di cui abbiamo bisogno, facendoci vivere le avventure dei nostri sogni al momento giusto.
Qualche tempo fa sono stata a Parigi e, nella mia vergognosa ignoranza, pensavo che sarei potuta andare a fare un' allegra scampagnata fuori città per recarmi al campo di Waterloo (quello dove si è tenuta la battaglia durante la quale Napoleone è stato sconfitto definitivamente e poi spedito sull’ isola di Sant’ Elena per il suo ultimo esilio). Ovviamente il campo, trovandosi nel Lussemburgo, era troppo lontano e con mio grande dispiacere non l’ho potuto visitare. Da quel momento ho pensato spesso a cosa avrei provato stando in quel luogo dove è stata fatta la storia, dove tanti uomini sono morti ed è stato deciso il destino dell’ Europa intera, quindi indirettamente anche il mio, il nostro. Nessuno meglio di Victor Hugo ha saputo descrivere queste sensazioni.
Victor Hugo, scrittore francese del diciannovesimo secolo, dedica ben 19 capitoli alla battaglia di Waterloo in una delle numerose digressioni presenti ne “I Miserabili” (in lingua originale Les Miserables). Forse troverete questo nome familiare, infatti da questo libro è stato tratto un musical teatrale, di cui sono stati fatti anche vari rifacimenti cinematografici, tra cui il più recente è uscito in Italia a gennaio di quest’anno e tra gli interpreti ricordiamo Hugh Jackman, Amanda Seyfried, Anne Hathaway e Russel Crowe, alcuni dei miei attori preferiti insomma.
Le vicende narrate hanno come sfondo la società parigina dei primi anni dell’ ottocento, in un periodo che va all’ incirca dal 1815 al 1835. Qui si costruisce la storia di Jean Valjean, un ex galeotto che, uscito dal carcere, non avrà pace a causa della sua reputazione di “uomo pericoloso ed ex-forzato”. Grazie all’ incontro con un vescovo misericordioso si converte, decide di essere un uomo migliore e lascia da parte l’odio che l’ingiustizia della sua pena, troppo lunga per il crimine da lui commesso, ed i soprusi subiti in carcere avevano fatto crescere in lui. Cambia nome, diventa un uomo ricco e generoso, tutti perdono le sue tracce eccetto che l’ispettore Javert, il quale lo inseguirà per tutta la vita cercandolo di incastrarlo. Nel frattempo Jean Valjean si fa carico di Cosette, figlia di un’operaia che lavorava per lui caduta in rovina. La cresce fino a quando ella non si innamora di un giovane parigino, Marius, il quale è un repubblicano e combatterà sulle barricate durante la rivoluzione del 1832.
I Miserabili è un romanzo completo, che spazia dall’ambito storico, al romantico fino ad essere anche un giallo. Pubblicato nel 1862, è ancora molto attuale. Mi sono ritrovata, infatti, a pensare: “Se Hugo fosse vissuto nel 2000 avrebbe comunque scritto questo romanzo?”. Sì, credo di sì. A muovere tutto è la società che, con le sue ingiustizie e i suoi pregiudizi, condanna al dolore i personaggi di Hugo. I rivoluzionari repubblicani hanno combattuto sperando in un miglioramento di quest'ultima, "il secolo ventesimo sarà un secolo di uguaglianza e progresso" dicevano. Io credo che, nonostante tutti i passi avanti che abbiamo fatto, le loro speranze siano state disattese e che Hugo avrebbe ancora molto da denunciare.
È un romanzo ricco di emozioni, soprattutto perché, leggendolo, riusciamo a sentirci vicini ai personaggi. Tutti, anche quelli secondari, sono ben descritti, tanto che sembra di conoscerli da una vita. Dietro ogni azione c’è un motivo che Hugo ci spiega bene comunicandoci direttamente i pensieri di ogni personaggio, parlandoci del loro passato, tanto che, anche se ciò che avviene è lontano dalle nostre credenze e dalla nostra morale, noi lo capiamo. Anche noi siamo catapultati improvvisamente in quel mondo, i personaggi diventano nostri amici, iniziamo ad amarli, odiarli, trovare simpatie ed antipatie, soffriamo e ridiamo con loro. La stessa società, la schiera dei miserabili, è un personaggio, e Hugo se ne fa portavoce a nome di tutti, considerandosi "un patriota dell'umanità".
Personalmente uno dei personaggi che mi ha colpito maggiormente è stato Enjorlas, un capopopolo che guida un gruppo di giovani rivoluzionari. Ha un ideale per cui combatte, per cui è disposto a morire. Crede nella giustizia e cerca di farsene portavoce, applicandola lui per primo. È fiero e carismatico, un esempio per tutti i suoi amici. Il suo carisma è riuscito ad attraversare la carta, è arrivato fino a me, così anche io ho iniziato a considerarlo un modello da seguire. Io, che mi sento vuota, credo di dover trovare il mio posto nel mondo, la mia causa per cui combattere. Certo è un lavoro lungo, ma prenderne coscienza è il primo passo. Non voglio più vivere nell'indifferenza.
La lettura di questo libro mi ha fatto vedere alcune cose con occhi diversi, ed io, che non sono una persona dalla lacrima facile, ho pianto ben quattro volte.
Hugo, con la sua infinita cultura e il suo enorme talento narrativo, scrive un romanzo che riesce ad entrare nel cuore e a far riflettere i lettori, un romanzo indimenticabile che bisogna leggere almeno una volta nella vita.


"Finchè esisterà, per opera di leggi e di costumi, una dannazione sociale che in piena civiltà crea artificialmente degli inferni e inquina di fatalità umana il destino, ch’è cosa divina: finchè non saranno risolti i tre problemi del secolo, la degradazione dell’uomo nel proletariato, la decadenza della donna nella fame, atrofia dell’ infanzia nelle tenebre: finchè, in talune regione, sarà possibile l’asfissia sociale: in altri termini, e da un punto di vista ancora più vasto, finchè ci saranno sulla terra ignoranza e miseria, libri della natura di questo potranno non essere inutili.”                                                                                                                                                                                        Victor Hugo 



Titolo: I Miserabili (Les Miserables)
Autore: Victor Hugo
Editore: Ci sono varie edizioni, io ho quella della BUR Rizzoli che vi sconsiglio, non solo perché i nomi sono italianizzati (per esempio Jean Valjean si chiama Giovanni Valjean), ma anche perché la rilegatura è fatta male, insomma il libro se ne cade a pezzi.
Numero Pagine: 1680 (all’inizio spaventano un po’, ma è meno pesante di quanto sembra)
Lingua Originale: Francese
Traduzione di: Piccolo Valentino

                                                                                                                                       
The Kid From Yesterday