martedì 11 settembre 2012

Book review #2: Mille Splendidi Soli




Affezionati lettori di Bookcret, quello che i libri non dicono,la nuova rubrica chiamata "Book Review" che da la possibilità al primo che commentava il post di pubblicare a suo nome una recensione di un libro a sua scelta questa settimana viene vinta da Lorenza, che ci parlerà di un libro a lei molto caro: Mille splendidi soli di Khaled Hosseini.






 
 


Titolo: "Mille splendidi soli"
Titolo originale: "A thousand splendid suns"
Autrice: Khaled Hosseini
Editore: Piemme
Traduzione di: Isabella Vaj
Pagine: 429
Recensione eseguita da Lorenza

Pdf: Bookcret possiede il pdf del libro




Votazione 5/5

Trama:
Mariam è nata a Herat, in Afghanistan. Da piccola, il suo desiderio più grande era poter stare sempre con Jalil, suo padre, che la andava a trovare una volta alla settimana alla kolba. Perché Mariam vive isolata da tutti per nascondere la vergogna di essere una harami, una figlia illegittima. Una bastarda. Ma lei ancora non lo sapeva, il giorno in cui la sua ingenuità si è trasformata in tragedia.
Anche Laila è nata in Afghanistan, ma a Kabul, il giorno della Rivoluzione, la stessa che avrebbe strappato alla vita i suoi due fratelli, solo due anni più tardi, senza che lei li potesse quasi conoscere. Vivendo all'ombra dei fratelli, Laila non conosce l'affetto della madre. Il padre ha grandi progetti per lei, dovrà studiare. "Leggeremo un articolo che parla di te in prima pagina", diceva la sua amica Hasina. Ma così non è stato, perché la guerra ha cambiato tutto. Laila e Mariam si ritrovano a condividere lo stesso destino, difficile, ingiusto, brutale. L'unico modo che hanno per affrontarlo è il coraggio.
 
Recensione:
Quando era piccola, Mariam viveva con Nana nella minuscola casetta costruita dal padre in cima ad una collina, da cui si vede Herat. Anche se Nana le aveva spiegato che il padre era ricco e famoso e che nonostante questo le facesse vivere in una capanna per nascondere la vergogna, Mariam non le credeva. Amava Jalil, con i suoi vestiti eleganti, i gesti affettati, i regali e soprattutto le promesse che le faceva, di vivere insieme, un giorno. Di farle conoscere Herat, un giorno. Ma quel giorno non arrivava e lei era impaziente. Non voleva più vivere con la madre, una donna che considerava bugiarda e cattiva, perché diceva cose di Jalil sicuramente non vere. Non era possibile che il padre l'avesse ripudiata, né che non la considerasse al pari degli altri figli. No, lei era il suo gul, il fiorellino.
Quel giorno, Mariam scoprì che la vita non era affatto dorata come Jalil le raccontava. Sola, come se fosse un fagotto da scaricare da qualche parte, Mariam sposò Rashid, un uomo vedovo e rude. Ecco com'era cominciato il suo piccolo inferno personale.
Per Laila l'unica cosa importante è Tariq, quello che tutti chiamano Storpio, perché ha perso una gamba su una mina antiuomo. Eppure alla sera, quando Tariq le fa i segni luminosi con la torcia, Laila non è interessata a nient'altro. Preferisce passare i pomeriggi a casa di Tariq, perché invece a casa sua, la mamma si richiude in camera al buio, senza mangiare, come fosse morta. Sì perché i suoi figli sono andati in guerra a combattere la Jihad, e loro sono più importanti di Laila. Persino la loro ombra riesce a far dimenticare alla mamma di Laila di avere una figlia.
Poi le bombe cominciano a cadere. Americani e islamici si combattono senza sosta. Non si sa quale casa sarà la prossima ad essere colpita, quale famiglia sterminata. Così cominciano le fughe dall'Afghanistan, per arrivare in Pakistan e poi chissà, in cerca di pace. Mariam ha paura, ma nulla in confronto a Laila, perché Tariq è partito, per sempre, e lei non sa come giustificare la sua pancia gonfia. Quando la bomba esplode, e Rashid e Mariam la salvano, Laila ha un'unica soluzione: sposarlo. Rashid si stufa presto di Mariam e della sua malika, la sua regina, Laila. Il cibo scarseggia, i talebani picchiano, uccidono e impongono norme restrittive.
"Mille splendidi soli" è un libro spietato. Cattivo quasi, nel far affrontare al lettore la verità. Per quanto si possa amare il proprio paese, la propria cultura e le proprie origini, non si possono proprio amare le bombe, i fischi che portano morte da qualche parte, vicino a noi, la distruzione e i corpi straziati. 
Laila e Mariam, sono forti e sono legate da un'amicizia che va al di là di tutto. Di tutto. Solo questo Laila è sicura, ma Mariam no.


"Non si possono contare le lune che brillano sui suoi tetti, né i mille splendidi soli che si nascondono dietro i suoi muri."

Ecco la mia citazione preferita del libro, in realtà una poesia scritta dal poeta Saib-Tabrizi, parlando di Kabul. E mi piace perché l'amore, per la patria, per la propria cultura e per i sentimenti tra le persone, sono più forti, nonostante tutto. E un giorno, quando non ci saranno più le guerre, si potrà veramente apprezzare ciò che abbiamo.





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Ringraziamo infinitamente Lorenza per aver partecipato al secondo appuntamento di Book Review e per averci inviato una così bella recensione. Mi soffermo solo per ricordarvi che se volete partecipare al terzo appuntamento ed inviarci una recensione per martedì prossimo non dovete fare altro che commentare per primi questo post e specificare che volete partecipare! Ma ricordatevi soprattutto di fare i complimenti alla nostra Lorenza!

Grazie,
Bookcret.

7 commenti:

  1. Se nessuno si prenoterà dopo di te, la faccio io la prossima. Se qualcuno si prenota subito dopo di me, gli cedo il posto, visto che io ne ho già fatta una. :-)

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  2. Risposte
    1. Lorenaza fin ora non si è prenotato nessuno. Quindi puoi creare tu la recensione per martedì prossimo :-).
      Un bacio Ilaria :D

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  3. STUPENDO QUESTO LIBRO!io l'avrò riletto non so quante volte...davvero un esempio di persone che preservano la loro umanità, pur in un contesto che la nega. lo consiglio caldamente!

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  4. Dopo che quest'estate ho letto "Il cacciatore di aquiloni" ho deciso che avrei letto anche il seguito, voi mi avete straconvinta! =)

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