Ciao a tutti lettori Bookcret!
Passato bene il giorno di ferragosto? Cosa avete fatto di bello? Io purtroppo non sono potuta andare, ma mi sono consolata con un buon pranzo in famiglia e la lettura di un libro che non ha portato gli effetti sperati. Desideravo un libro leggero e divertente e invece! Sapete cosa vuol dire passare ferragosto in lacrime? Io sì! E tutto a causa del romando di Moyes Jojo, "io prima di te".
Titolo: Io prima di te
Autore: Moyes Jojo
Editore: Mondadori
N. pagine: 391
Traduzione di: Dallavalle M. C.
Recensione eseguita da Ilaria
Trama: A ventisei anni, Louisa Clark sa tante cose. Sa esattamente quanti passi ci sono tra la fermata dell'autobus e casa sua. Sa che le piace fare la cameriera in un locale senza troppe pretese nella piccola località turistica dove è nata e da cui non si è mai mossa, e probabilmente, nel profondo del suo cuore, sa anche di non essere davvero innamorata di Patrick, il ragazzo con cui è fidanzata da quasi sette anni. Quello che invece ignora è che sta per perdere il lavoro e che, per la prima volta, tutte le sue certezze saranno messe in discussione. A trentacinque anni, Will Traynor sa che il terribile incidente di cui è rimasto vittima gli ha tolto la voglia di vivere. Sa che niente può più essere come prima, e sa esattamente come porre fine a questa sofferenza. Quello che invece ignora è che Lou sta per irrompere prepotentemente nella sua vita portando con sé un'esplosione di giovinezza, stravaganza e abiti variopinti. E nessuno dei due sa che sta per cambiare l'altro per sempre. "Io prima di te" è la storia di un incontro. L'incontro fra una ragazza che ha scelto di vivere in un mondo piccolo, sicuro, senza sorprese e senza rischi, e un uomo che ha conosciuto successo, la ricchezza e la felicità, e all'improvviso li ha visti dissolversi, ritrovandosi inchiodato su una sedia a rotelle. Due persone profondamente diverse, che imparano a conoscersi senza però rinunciare a se stesse, insegnando l'una all'altra a mettersi in gioco.
Recensione:
Ho trovato questo libro sul sito web della Feltrinelli. I commenti erano tutti positivi ed entusiasti perciò ho deciso di comprarlo. Ormai era da più di due settimane nella mia libreria e ieri ho deciso di iniziare a leggerlo. Non fraintendetemi quando vi dico che ho passato ferragosto piangendo perché nonostante la commozione, le lacrime e il naso arrossato ho amato perdutamente questo romanzo.
Lou è stata appena licenziata ed ha bisogno di un nuovo impiego. Si reca all'ufficio di collocamento o centro per l'impiego del lavoro e dopo vari tuffi nell'acqua riesce a trovare un lavoro che le permette di aiutare economicamente la sua famiglia. Al suo nuovo lavoro incontra Will, un tetraplegico. Will è stato vittima di un incidente stradale due anni prima e necessita di assistenza ventiquattro ore su ventiquattro. Non può andare in bagno, non può mangiare da solo e quant'altro. Lou è stata assunta per aiutarlo e assisterlo nelle più basilari funzioni, così sembra credere lei, finché un giorno non scopre che Will ha concesso alla sua famiglia solo sei mesi, poi andrà in Svizzera, alla Dignitas, e metterà fine alla sua vita. Lou decide di fargli cambiare idea, mostrargli una possibile vita nonostante l'utilizzo della sedia a rotelle. Organizzerà uscite, viaggi fantastici ed esperienze memorabili per riportarlo alla vita. I suoi tentativi e l'avvicinamento tra i due giovani li porterà entrambi a dover fare i conti con questo nuovo sentimento che sembra avvicinarli sempre di più l'uno verso l'altra. Il libro nonostante abbia un modo tutto suo di buttare in faccia al lettore il lato negativo della vita, racconta una storia d'amore. Non una storia normale: due giovani si incontrano, imparano a conoscersi, si innamorano e decidono di non perdersi di vista mai più. Questo amore è davvero sofferto perchè mette con le spalle al muro. Stravolge totalmente. Se un giorno vostro marito o il vostro fidanzato vi dicesse di voler morire e di voler essere accompagnato in questo percorso, cosa fareste? Naturale! Per amor suo fareste di tutto per far avverare questo suo ultimo desiderio, pur sapendo che questo vi distruggerebbe. Lou è in questa situazione. Ama Will, vorrebbe vederlo vivere e condividere con lui le gioie e i dolori di una vita insieme, ma se deciderà di portare a termine la sua decisione dovrà accettarla e con lui affrontarla. Qualunque sia la decisione di Will, e naturalmente io non vi svelerò nulla, vi consiglio con tutto il cuore di leggere questo libro poiché, la situazioni di Will per alcuni di noi sembra essere distante anni luci, ma in realtà non è così.
Potrebbe capitare a chiunque di fare un incidente stradale e rimanere paralizzati o essere coinvolti indirettamente con la situazione, se al posto vostro il soggetto a subire l'incidente fosse un vostro parente. Io non sono tetraplegica e nemmeno nessun membro della mia famiglia lo è, ma non è stato difficile per me capire le condizioni di Will. E immedesimarmi in lui, vivere la sua sofferenza e i suoi affanni. Comunque nel libro non c'è da patteggiare per Lou o per Will, ma riflettere sui dolori altrui, comprendere che spesso i nostri problemi non sono nulla in confronto a quelli delle altre persone. Il saper accettare una decisione, il voler vivere la vita, il dover affrontare l'amore sono gli ingredienti che caratterizzano questo splendido romanzo. Che vale la pena di comprare e leggere almeno una volta.
La copertina del libro è emblematica: una giovane donna lascia libero un volatile. Una cornice perfetta che fa da sfondo a questo romanzo sensazionale poiché, se ami realmente qualcuno a volte devi avere la forza di lasciarlo andare, sebbene questo possa ucciderci.
Estratto: Prologo
PROLOGO 2007
Quando lui esce dal bagno lei è sveglia, appoggiata ai cuscini, e sta sfogliando i dépliant di viaggi che ha trovato sul comodino. Indossa una sua T-shirt e i lunghi capelli arruffati sono un chiaro richiamo alla notte precedente. L'uomo resta sulla porta ad assaporare il breve flashback, strofinandosi l'asciugamano sulla testa per asciugarsi i capelli.
Lei alza gli occhi dal dépliant, imbronciata. Forse è un po' troppo grande per mettere il broncio, ma i due stanno insieme da un tempo abbastanza breve da farlo ancora apparire un atteggiamento carino.
«E proprio necessario fare trekking in montagna o restare sospesi su un burrone? È la nostra prima vera vacanza insieme e non esiste uno, nemmeno uno di questi viaggi, che non preveda di buttarsi giù da qualcosa o» dice lei fingendo di rabbrividire «di indossare una felpa di pile.»
Butta il dépliant sul letto e si stira alzando le braccia leggermente abbronzate sulla testa. La voce roca tradisce le ore di sonno perdute. «Che ne dici di una spa di lusso a Bali? Potremmo starcene sdraiati sulla sabbia... farci coccolare per ore... lunghe notti rilassanti...»
«È un genere di vacanza che non fa per me. Io ho bisogno di fare qualcosa.»
«Come lanciarti nel vuoto da un aereo.»
«Non puoi parlare se non hai mai provato.»
Lei fa una smorfia. «Se non ti dispiace, io parlo eccome.»
Lui ha la camicia leggermente umida attaccata alla pelle. Si passa il pettine fra i capelli e accende il cellulare, trasalendo alla vista della sfilza di messaggi che appare immediatamente sul display.
«Bene» dice. «Devo andare. Fai pure colazione.» Si china sul letto per baciarla. È calda, profumata e terribilmente sexy. Lui aspira l'odore che si sprigiona tra i capelli sulla nuca, e per un attimo perde il filo dei suoi pensieri mentre lei gli mette le braccia al collo, tirandolo giù verso il letto.
«Usciamo ancora questo weekend?»
Lui si libera dal suo abbraccio controvoglia. «Dipende da come va questa trattativa. È ancora tutto un po' incerto. Non è escluso che io debba andare a New York. Che ne dici di una cenetta da qualche parte giovedì, in ogni caso? Scegli tu il ristorante.» Prende la tuta da moto appesa dietro la porta.
Lei stringe gli occhi. «Cena. Con o senza Mr BlackBerry?»
«Cosa?»
«Mr BlackBerry mi fa sentire come Miss Reggicandela.» Fa di nuovo il broncio. «Mi sembra sempre di dover competere con qualcuno per conquistare la tua attenzione.»
«Silenzierò la suoneria.»
«Will Traynor!» lo rimprovera lei. «Ci sarà pure un momento in cui puoi spegnerlo.»
«Stanotte l'ho spento, no?»
«Solo sotto pesanti minacce.»
Lui le fa un gran sorriso. «È così che si chiama adesso?» Si infila la tuta, e finalmente la presa di Lissa sulla sua immaginazione si allenta. Si getta sul braccio il giubbotto di pelle e uscendo lancia un bacio alla ragazza.
Ci sono ventidue messaggi sul suo BlackBerry, il primo arrivato da New York alle 3.42. Problemi legali. Prende l'ascensore per scendere al parcheggio sotterraneo, cercando di aggiornarsi sugli avvenimenti della notte.
«'giorno, Mr Traynor.»
Il vigilante esce dalla guardiola. È riparata, anche se là sotto non c'è ragione di proteggersi dalle intemperie. A volte Will si domanda cosa faccia la guardia laggiù nel cuore della notte, mentre fissa le immagini delle telecamere a circuito chiuso e le automobili da sessantamila sterline con i loro paraurti lucidi che non si sporcano mai.
Si mette il giubbotto. «Com'è fuori, Mick?»
«Un disastro. Sta diluviando.»
Will si blocca. «Davvero? Non è tempo da moto?»
Mick scuote il capo. «No, signore. A meno che non abbia un canotto, o un impulso suicida.»
Will fissa la motocicletta, poi si toglie il giubbotto e la tuta. Contrariamente a quanto sostiene Lissa, non è un tipo che ama correre rischi inutili. Apre il bauletto e ci sistema gli abiti da moto, poi lo chiude e lancia le chiavi a Mick, che le afferra al volo con una mano. «Mettile sotto la mia porta, okay?»
«Sarà fatto. Vuole che le chiami un taxi?»
«No. Non è il caso che ci bagniamo in due.»
Mick preme il pulsante per aprire il cancello e Will esce alzando il braccio per ringraziarlo. La mattina è buia e minacciosa intorno a lui, e il traffico del centro di Londra è già intenso e lento nonostante non siano ancora le sette e mezzo. Si alza il colletto e si dirige verso l'incrocio, dove è più probabile riuscire a fermare un taxi. Le strade sono scivolose per la pioggia, i marciapiedi brillano sotto la luce grigia.
Will impreca fra sé mentre spia le altre persone in giacca e cravatta ferme sul bordo della strada. Da quando Londra si alza così presto? Hanno avuto tutti la stessa idea.
Si sta chiedendo quale sia il punto migliore per appostarsi quando il suo telefonino squilla. È Rupert.
«Sto arrivando. Devo soltanto riuscire a bloccare un taxi.» Ne intravede uno con una luce arancione che si sta avvicinando sull'altro lato della strada e inizia ad avviarsi in quella direzione, sperando che nessun altro l'abbia visto. Un autobus gli passa davanti rombando, seguito da un furgone che lo assorda con lo stridio dei freni, impedendogli di sentire Rupert. «Non ti sento, Rupe» urla cercando di contrastare il frastuono. «Devi ripetere.» Bloccato per qualche istante sullo spartitraffico, con una fila di auto che gli scorre accanto come una corrente, vede balenare la luce arancione e alza la mano libera, sperando che il tassista riesca a notarlo attraverso la pioggia fitta.
«Devi chiamare Jeff a New York. È rimasto alzato ad aspettarti. Abbiamo cercato di rintracciarti ieri sera.»
«Che problema c'è?»
«Questioni legali. Due clausole sulle quali sono impantanati all'articolo... firma... documenti...» La sua voce viene soffocata dal passaggio di un'auto, i pneumatici fischiano sulla strada bagnata.
«Non ho capito.»
Il taxi lo ha visto. Procede lentamente, sollevando sottili ventagli d'acqua mentre accosta sul lato opposto della strada. Will tiene d'occhio un uomo che, qualche metro più in là, rinuncia con disappunto al suo breve scatto quando si accorge di non farcela. Will prova una vaga sensazione di trionfo. «Ascolta, di' a Cally di farmi trovare il fascicolo sulla scrivania» urla. «Sarò lì fra dieci minuti.»
Guarda da una parte e dall'altra, poi affonda la testa nelle spalle e si fionda verso il taxi, con la parola "Blackfriars" già sulle labbra. La pioggia si insinua fra il colletto e la camicia. Arriverà in ufficio bagnato fradicio, nonostante abbia percorso solo un breve tratto di strada a piedi. Forse dovrà chiedere alla sua segretaria di andargli a comprare un'altra camicia.
«E dobbiamo risolvere quella faccenda delle verifiche preacquisizione prima che arrivi Martin...»
Alza gli occhi di scatto sentendo uno stridio di pneumatici sull'asfalto e il violento strombazzare di un clacson. Vede il fianco del lucente taxi nero davanti a sé, il tassista che sta già abbassando il finestrino, e con la coda dell'occhio scorge qualcosa che non riesce a mettere a fuoco, diretto verso di lui a una velocità folle.
Will si volta verso quell'ombra, e nella stessa frazione di secondo si rende conto di essere sulla sua traiettoria e di non avere nessuna possibilità di scansarsi. La sua mano si apre per la sorpresa, lasciando cadere a terra il BlackBerry. Sente un urlo, forse il suo. L'ultima cosa che vede è un guanto di pelle, un viso sotto un casco, il suo stesso choc riflesso negli occhi di un uomo. Un'esplosione, e tutto si frantuma in una miriade di frammenti.
E poi il nulla.