mi scuso enormemente per la lunga assenza, ma tra interrogazioni, verifiche, simulazioni d'esame non ho trovato tempo per dedicarmi al blog come mi ero prefissata fin dall'inizio.
Per rimediare alla mia colpa vorrei parlarvi di un libro di Paulo Coelho, “Il vincitore è solo”. Ahimè, non l'ho particolarmente gradito. Ma desidero, da chi ha letto il libro, conoscere lo stesso le opinioni.
Titolo: Il vincitore è solo
Autore: Paulo Coelho
Editore: Mondadori
N.pagine: 375
Recensione eseguita da Ilaria
Trama: Igor Malev ha una sola cosa in mente: la sua ex moglie Ewa. Anche se è un uomo ricco, affascinante e di innato carisma, lei lo ha lasciato per uno stilista di grande successo, una ferita, questa, da cui non è mai riuscito a riprendersi. Così decide di riconquistarla. Nella cornice del Festival di Cannes, circondato dal lusso e dagli eccessi della nuova aristocrazia, i vincitori definitivi della gara edonistica della vita moderna, inizia una battaglia lunga ventiquattro ore. Perché Igor è un uomo di rara forza e fredda intelligenza, e quella che vuole non sarà una riconciliazione ordinaria, pacifica. Perché ha fatto a se stesso la promessa di distruggere tutto ciò che si interpone tra lui e la sua amata. Coelho torna ai grandi temi di "Undici minuti" e lo "Zahir" con un romanzo avvincente e ricco di tensione, specchio del mondo in cui viviamo, dove la ricerca del lusso e del successo a tutti i costi spesso impedisce di ascoltare quello che ci sussurra il nostro cuore.
Recensione:
Parto col dire che questo è il primo libro che leggo di questo autore e dalle critiche positive lette sul web, mi sarei aspettata qualcosa di più. Il libro è scritto molto bene, ma non mi ha catturata. Sarà per l'ambientazione ( Cannes durante il Festival), i personaggi o semplicemente gli eventi narrati, ma non mi ha lasciato nulla se non un grosso punto di domanda sull'autore.
I protagonisti di questo romanzo sono Igor Malev, un uomo ricco e affascinante, proprietario di una grande compagnia telefonica. Ewa, la sua ex moglie e Hamid Hussein, uno degli stilisti più famosi del mondo.
Igor a causa del suo continuo desiderio di espandersi, guadagnare, prevalere su gli altri non si accorge che la moglie lentamente si sta allontanando da lui. Fino al fatidico giorno in cui scappa e lo abbandona per il moto stilista Hussein. Tutti e tre sono alla ricerca dell'amore: Igor, atterra a Cannes per riconquistare l'amore della sua ex moglie; Hamid, nonostante abbia al suo fianco la donna della sua vita, si accorge che non potrà mai possedere il suo cuore; Ewa, nella sua vita è stata amata moltissimo dai due uomini, ma lei nonostante abbia amato il primo e abbia dovuto abbandonarlo per paura, al secondo è grata di essere stato la sua salvezza in un periodo nel quale si credeva perduta per sempre.
Igor per riconquistare la sua donna inizia a distruggere dei mondi, quindi uccide esseri umani con il solo scopo di mandare dei messaggi, degli avvertimenti all'ex moglie. Il messaggio dell'autore è “la redenzione dell'amore è possibile solo attraverso l'abbandono totale”.Lo scopo che Paulo Coelho si era prefissato era ottimo, ma a mio avviso è stata sviluppato in maniera sbagliata e non giunge chiaro al lettore.
Il romanzo, per fortuna (lasciatemelo dire), oltre a questo narra anche della fama, dell'alta classe, troppo impegnata ad apparire per capire realmente quello che in realtà desidera dalla vita. Questo forse è l'unico aspetto del libro che mi è piaciuto. Un descrizione dettagliata, sicuramente ottenuta grazie alla collaborazione di tante persone, del mondo della moda, nel quale i valori d'amicizia, lealtà, rispetto sono eclissati dal lusso, dallo sfarzo e dalla notorietà.
Sia donne che uomini fingono una serenità e una gioia a discapito della propria reputazione. Importanti non sono i figli, la famiglia, ma i soldi e l'ennesima visita dal chirurgo per i botulino. E appare chiaro che nonostante tutti – o la maggior parte delle persone – tentino di arrivare al glamour e alla “Super Classe”, una volta giunti, non vi è felicità, ma solo solitudine, nostalgia di una vita fatta di sacrifici e d'amore. Un'esistenza realistica dove nessuno deve tenere a bada le proprie emozioni. Basata sui gesti e non sui vestiti, sull'affetto e non sui soldi, sulla bellezza interiore e non su quella esteriore. L'autore è riuscito con grande abilità a tracciare un accurata descrizione non fisica, ma psicologica dei personaggi. Mettendoli a nudo di fronte al lettore. Sottolineando soprattutto le loro paure, i loro pentimenti e insicurezze. Ma nonostante l'igegno nell'aver elaborato una storia simile, la bravura di per sé dello scrittore il libro non cattura e lascia insoddisfatti.
Non voglio scoraggiarmi, quindi intendo leggere altri libri dell'autore come “Undici minuti“, “L'alchimista” o “Lo Zahir” che a nota dei commenti sul web hanno lasciato un bel ricordo. E risultano essere libri riusciti e piacevoli. Pertanto rimando il mio giudizio sull'autore, sperando di trovare risposte ai miei grandi punti di domanda.
Estratto I Capitolo:
La pistola Beretta Px4 compatta è poco più grande di un telefono cellulare, pesa circa 700 grammi e può sparare dieci colpi. Di dimensioni modeste e leggera, non lascia trasparire alcun segno della propria presenza sulla tasca dov'è riposta; inoltre, in considerazione del piccolo calibro, offre un enorme vantaggio: anziché attraversare il corpo della vittima, il proiettile frantuma le ossa e tutto ciò che incontra sulla sua traiettoria.
Ovviamente, le possibilità di sopravvivere a una pallottola di questo calibro risultano piuttosto elevate: sono noti migliaia di casi in cui non è stato colpito alcun punto vitale, e la vittima ha avuto il tempo di reagire e disarmare l'aggressore. Comunque, se colui che spara possiede una certa esperienza, può scegliere tra una morte rapida - mirando alla zona tra gli occhi, oppure al cuore - o una fine più lenta, puntando la canna dell'arma tra le costole del suo obiettivo con una certa angolatura e premendo il grilletto. Quando viene centrata, la vittima impiega qualche momento per rendersi conto di essere ferita a morte - tenta di contrattaccare, di fuggire, di chiedere aiuto. Ha un grande vantaggio, però: ha il tempo sufficiente per vedere chi la uccide, mentre le forze la abbandonano; poi stramazza al suolo, senza sanguinare copiosamente e senza comprendere che cosa le sta succedendo.
Di certo, la Px4 non può dirsi un'arma per intenditori:
"È molto più adatta alle donne che alle spie," dice un tizio dei servizi segreti britannici a James Bond, nel primo film della serie, allorché gli confisca la vecchia pistola per consegnargli un nuovo modello. Un aggeggio per professionisti, sicuro: lo strumento migliore per i suoi obiettivi.
L'uomo ha comprato la Beretta al mercato nero, per cui sarà impossibile identificare l'arma. Il caricatore contiene cinque pallottole, anche se lui intende utilizzarne una soltanto, sulla punta della quale ha inciso una "X" con una limetta per unghie. Cosicché, quando verrà sparata e colpirà una superficie solida, si aprirà in quattro frammenti.
Comunque, userà la Beretta solo come ultima chance.
Conosce altri metodi per cancellare un mondo, distruggere un universo, e quando sarà rinvenuta la prima vittima, di certo lei comprenderà il messaggio. Saprà che lui lo ha fatto in nome dell'amore, che non prova alcun risentimento e l'accoglierà senza fare nessuna domanda su quanto è successo negli ultimi due anni.
Dopo due mesi di meticolosa pianificazione, lui si aspetta dei buoni risultati, tuttavia avrà una qualche certezza solo a partire dall'indomani mattina. Il suo piano prevede che le Furie — antiche figure della mitologia greca - scendano con le loro ali nere su quel paesaggio bianco e azzurro, costellato di diamanti, botulino e automobili velocissime, pressoché inutili, giacché non possono trasportare più di due passeggeri. Sogni di potere, di successo, di fama e denaro — tutto questo può essere spazzato via da un momento all'altro con quei piccoli artefatti che ha portato con sé.
Avrebbe già potuto essere in camera, visto che la sua attesa è terminata alle 11:11 PM, sebbene lui fosse pronto ad aspettare più a lungo.
L'uomo è entrato in compagnia di una bella donna - entrambi vestivano abiti da sera -, per una delle molte feste di gala che si svolgevano pressoché quotidianamente dopo le cene importanti, ed erano più ambite di qualsiasi prima cinematografica del Festival.
Igor ha ignorato la donna. Con una mano, si è accostato al viso un giornale francese (una rivista russa avrebbe destato sospetti) e si è ritratto verso la colonna, dimodoché lei non potesse vederlo. Si trattava di una precauzione superflua: quella donna non si guardava mai intorno, proprio come tutte coloro che si sentono regine del mondo. Sono lì per brillare, ed evitano di prestare una qualche attenzione a cosa indossano gli altri — perché la quantità e la caratura dei diamanti e l'esclusività degli abiti altrui potrebbero causare depressione, malumore, sensi di inferiorità, sebbene i loro vestiti e accessori siano costati un patrimonio.
Il suo accompagnatore — un uomo dai capelli argentati, vestito elegantemente - si è avvicinato al bar e ha ordinato champagne: un aperitivo pressoché obbligatorio, prima di una serata che promette di essere ricca di contatti, di buona musica e di un'eccellente vista sulla spiaggia e sugli yacht ancorati nel porto.
Lui ha notato che l'uomo ha trattato la cameriera in maniera rispettosa, ringraziando quando ha preso le coppe ed elargendo una buona mancia.
I tre individui si conoscevano. Igor ha provato una gioia immensa quando l'adrenalina ha sferzato il suo sangue: il giorno seguente, avrebbe fatto in modo di rendere nota la sua presenza lì. A un certo punto, si sarebbero incontrati.
E soltanto Dio sapeva quale sarebbe stato il risultato di quell'incontro. Igor - cattolico ortodosso — aveva fatto una promessa e un giuramento in una chiesa di Mosca, davanti alle reliquie di Santa Maddalena (che si trovavano nella capitale russa per una settimana, offerte all'adorazione dei fedeli). Aveva passato cinque ore in fila e, una volta arrivato davanti a esse, aveva ormai maturato la convinzione che si trattasse di una furba invenzione dei sacerdoti. Comunque, non voleva correre il rischio di mancare alla parola data.
Aveva chiesto aiuto per poter raggiungere il suo obiettivo senza grandi sacrifici. Poi aveva promesso un'icona d'oro - l'avrebbe commissionata a un noto pittore che viveva in un monastero di Novosibirsk — per quando tutto fosse finito e lui avesse potuto rimettere piede nella terra natale.
Alle tre del mattino, il bar dell'Hotel Martinez odora di fumo e sudore. Sebbene Jimmy abbia ormai smesso di suonare il piano — Jimmy, che calza scarpe di colore diverso - e la cameriera sia molto stanca, gli ospiti ancora presenti rifiutano di andare via. Per loro, sembra indispensabile rimanere in questa lobby almeno per un'altra ora, o per tutta la notte, finché non accada qualcosa!
In fin dei conti, sono ormai passati quattro giorni dall'inizio del Festival del Cinema di Cannes, e non è ancora accaduto niente. Su tavoli diversi, aleggia un unico pensiero: entrare in contatto con il Potere. Donne bellissime attendono che un produttore si innamori e affidi loro una parte importante nel prossimo film. Alcuni attori chiacchierano, ridendo e fingendo che niente li riguardi, ma tengono costantemente d'occhio la porta.
Qualcuno arriverà.
Sì, qualcuno deve arrivare. I giovani registi, con una miriade di idee strabilianti, curriculum corredati di video, e letture approfondite di saggi su fotografia e sceneggiatura, attendono un colpo di fortuna: qualcuno che, reduce da una festa, cerchi un tavolo libero, ordini un caffè, si accenda una sigaretta, sfinito e annoiato dopo aver frequentato sempre gli stessi posti, e sia disponibile a una nuova avventura.
Quanta ingenuità.
Se ciò accadesse, le ultime parole che quella persona vorrebbe udire sarebbero quelle a proposito di un "nuovo progetto non ancora sviluppato da nessuno". Comunque, lo sconforto può ingannare il disperato. I potenti, che di tanto in tanto entrano, si limitano a lanciare un'occhiata intorno, prima di salire in camera. Loro non sono preoccupati. Sanno di non aver nulla da temere. La Superclasse non perdona i tradimenti, e tutti conoscono i propri limiti — non sono certo arrivati fin lì calpestando gli altri, malgrado sia ciò che si dice. D'altro canto, se c'è qualcosa di imprevisto e importante ancora da scoprire - sia nel mondo del cinema, sia in quello della musica o della moda - si arriverà a trovarlo attraverso delle ricerche, e non certo nei bar degli alberghi.
La Superclasse ora sta facendo l'amore con la giovane che è riuscita a imbucarsi nella festa, pronta ad accettare tutto.
O si sta struccando, contemplando le proprie rughe e pensando che è giunto il momento di un nuovo intervento di chirurgia plastica. Oppure è impegnata a scorrere le notizie online per vedere se la sua dichiarazione di quel giorno è stata riportata. O sta ingollando la solita pillola per dormire, e quel té che promette un dimagrimento senza alcun sacrificio. O, ancora, sta spuntando sulla lista delle consumazioni le voci per la colazione in camera, prima di appenderla al pomello della porta, insieme con il cartello "Non disturbare". La Superclasse è sul punto di chiudere gli occhi e pensa: "Spero che il sonno arrivi presto; domani ho un appuntamento prima delle dieci."
In qualsiasi caso, nel bar del Martinez, tutti sanno che i potenti si trovano lì. E se sono lì, loro hanno una chance.
Non li sfiora neppure l'idea che il Potere dialoga solo con il Potere. Che i potenti si incontrano di tanto in tanto per bere e mangiare insieme, per presenziare alle grandi feste, per alimentare la fantasia che il mondo del lusso e del glamour sia accessibile a tutti coloro che sono abbastanza coraggiosi da perseverare in un'idea. Quelle persone sanno di dover evitare le guerre allorché non risultano lucrose e, al contrario, di dover fomentare l'aggressività tra paesi o società quando prevedono che ciò potrebbe generare altro potere e altro denaro. Devono fingere di essere felici, sebbene siano ormai ostaggi del proprio successo.
Devono continuare a battersi per aumentare la propria ricchezza e la propria influenza, magari già enormi — e questo perché la vanità della Superclasse li porta a una concorrenza spietata per stabilire chi sia veramente al top.
In un mondo ideale, adesso il Potere converserebbe con attori, registi, stilisti e scrittori - le persone che, in questo momento, con gli occhi arrossati per la stanchezza, stanno pensando a come rientrare nelle stanze prese in affitto nei dintorni, per riprendere l'indomani la maratona di richieste, di tentativi, di appuntamenti, di disponibilità Nel mondo reale, ora il Potere se ne sta chiuso nelle proprie camere a controllare la posta elettronica, a lamentarsi che le feste sono tutte uguali, che un certo gioiello di un'amica era più prezioso, che lo yacht acquistato dal concorrente è arredato in maniera splendida e unica - com'è possibile?
Igor non ha nessuno con cui parlare: comunque è qualcosa che non gli interessa. Il vincitore è solo.
Igor, uomo di successo, proprietario e presidente di una compagnia telefonica russa. Ha riservato con un anno di anticipo la migliore suite del Martinez (l'hotel richiede a tutti il pagamento di almeno dodici giorni di soggiorno, indipendentemente dal periodo di permanenza). È arrivato nel pomeriggio con un jet privato, ha fatto un bagno ed è sceso nella lobby con la speranza di vedere un'unica scena.
Per qualche tempo, è stato importunato da attrici, attori e registi, ma per tutti aveva in serbo un'ottima risposta:
I don 't speak English, sorry. Polish. "
Oppure:
I don 't speak French, sorry. Mexican. "
Qualcuno ha provato ad approcciarlo con alcune parole in spagnolo, ma Igor ha fatto ricorso a un secondo sistema: annotava delle cifre su un blocco, al fine di non sembrare né un giornalista (cui tutti sono interessati) né un individuo legato all'industria cinematografica. Accanto a sé, teneva una rivista di economia in cirillico (in fin dei conti, la maggior parte di quella gente non avrebbe saputo distinguere il russo dal polacco, e magari anche dallo spagnolo), con la foto di un industriale tutt'altro che interessante in copertina.
I frequentatori del bar - che ritengono di conoscere piuttosto bene il genere umano - lasciano in pace Igor, pensando che sia uno di quei miliardari che vanno a Cannes solo per cercare di raccattare una donna. Quando la quinta persona si siede al suo tavolo e ordina un'acqua minerale, adducendo che "non c'è un altro posto libero", la voce si è ormai diffusa: tutti sanno che quell'uomo solitario non appartiene all'industria del cinema o della moda — e quindi Igor viene lasciato in pace, accantonato e definito un "profumo".
"Profumo" è un termine gergale utilizzato dalle attrici (o dalle starlet, come vengono chiamate durante il Festival): è facile cambiare "i profumi" (come le marche delle fragranze), che spesso possono rivelarsi dei veri e propri tesori. I "profuarlet non siano riuscite a trovare elementi interessanti nel campo dell'industria cinematografica. Dunque quell'uomo strano, con un'aria da ricco, può aspettare. Di certo, tutte le attricette sanno che è preferibile lasciare quel posto con un corteggiatore (che potrebbe diventare un produttore cinematografico), piuttosto che precipitarsi al prossimo evento, a ripetere il medesimo rituale: bere, sorridere - soprattutto sorridere -, fingere di non guardare nessuno mentre il cuore accelera i battiti e i minuti dell'orologio passano rapidamente, e le serate di gala si susseguono: feste alle quali non sono state invitate, al contrario degli uomini.
Sanno già cosa diranno i "profumi", perché si tratta sempre delle solite frasi, cui loro fingono di credere:
a) "Io posso cambiare la tua vita";
b) "Molte donne vorrebbero essere al tuo posto";
c) "Ora sei giovane, ma devi pensare a cosa farai fra qualche anno. È il momento di fare un investimento a lungo termine";
d) "Sono sposato, ma mia moglie..." (Qui la chiusa della frase può variare: "... è malata", "... ha minacciato di suicidarsi se la lascio" ecc);
e) "Tu sei una principessa e meriti di essere trattata come tale. Inconsciamente, io ti stavo aspettando. Non credo alle coincidenze, ma penso che dovremmo concedere un'opportunità a questa relazione".
Il senso della conversazione non cambia. Ciò che varia è ottenere quanti più regali possibile (di preferenza gioielli, che si possono rivendere), farsi invitare a qualche festa su uno yacht, procacciarsi il maggior numero di biglietti da visita, udire nuove versioni dello stesso discorso, trovare il modo di ottenere un invito alle gare di Formula 1, frequentate dallo stesso tipo di gente e dove potrebbe celarsi la grande occasione.
"Profumo" è anche il termine con cui i giovani attori si riferiscono alle vecchie miliardarie, campionari di chirurgia plastica e botulino, ma più intelligenti degli uomini.
Infatti non sprecano il loro tempo: arrivano negli ultimi giorni, sapendo perfettamente che il loro potere di seduzione è insito soltanto nel denaro.
I "profumi" maschi sono in errore: pensano che le gambe affusolate e i visi giovanili si lascino sedurre e, di conseguenza, possano essere manipolati a loro piacimento. I "profumi" femmine, invece, confidano nel potere dei propri brillanti - soltanto in questo. Igor non conosce nessuno di questi dettagli: è lì per la prima volta. Con una certa sorpresa, si è appena reso conto che la gente non sembra particolarmente interessata ai film, tranne le persone in quel bar. Ha sfogliato qualche rivista, aperto la busta in cui una segretaria della sua società aveva messo gli inviti per le feste più importanti — nessuno che riguardasse una prima. Prima di sbarcare in Francia, si era premurato di informarsi sulle pellicole in concorso - comunque, aveva incontrato enormi difficoltà per ottenere la lista. Finché un amico aveva commentato:
"Lascia perdere i film. Cannes è un festival di moda."
Moda. Che cosa pensa la gente? Che la moda sia quella cosa che cambia con le stagioni dell'anno? Che questi individui siano convenuti qui da ogni parte del mondo per mostrare i loro abiti, i loro gioielli, le loro collezioni di calzature? Non sa che cosa significhi tutto ciò. "Moda" è solo un modo per dire: "Io appartengo al tuo mondo, indosso l'uniforme del tuo esercito. Non sparare in questa direzione."
Da quando gli uomini e le donne hanno cominciato a convivere in gruppo nelle caverne, la moda si è proposta come l'unica maniera di esprimere qualcosa che tutti comprendano, anche senza conoscersi: "Poiché ci siamo vestiti in modo pressoché identico, io appartengo alla tua tribù. Uniamoci contro i più deboli, e così sopravvivremo."
Ma lì ci sono persone convinte che la "moda" sia tutto.
Ogni sei mesi, spendono una fortuna per mutare un piccolo dettaglio del loro essere e rimanere nell'esclusiva tribù dei ricchi. Se facessero una gita nella Silicon Valley, dove i miliardari delle industrie di informatica portano orologi di plastica e pantaloni lisi, comprenderebbero che il mondo è cambiato: tutti sembrano appartenere al medesimo censo, nessuno presta alcuna attenzione alla grandezza del diamante, alla marca della cravatta, al modello della borsa di cuoio. A proposito, pare che cravatte e borse di cuoio non esistano in quella zona del mondo; lì vicino, però, c'è Hollywood, una struttura assai più potente - sebbene in decadenza -, la quale riesce ancora a far sì che gli ingenui credano nei vestiti di alta moda, nelle collane di smeraldi, nelle gigantesche limousine. E poiché queste cose appaiono nelle riviste, chi può avere interesse a distruggere un'industria che produce utili per miliardi di dollari attraverso la pubblicità, la vendita di oggetti inutili, il cambiamento di tendenze superflue, la commercializzazione di creme identiche ma con etichette differenti?
Ridicoli. Igor non riesce a nascondere l'odio che prova per tutti coloro che, con le proprie decisioni, condizionano la vita di milioni di uomini e donne, di onesti lavoratori che conducono un'esistenza dignitosa perché godono di buona salute, hanno un posto dove vivere e l'amore della famiglia.
Perversi. Quando sembra che non ci sia alcun problema, quando le famiglie si riuniscono intorno alla tavola per cenare, si materializza il fantasma della Superclasse, vendendo sogni impossibili: lusso, bellezza, potere. E la famiglia si disgrega.
Il padre trascorre notti insonni, facendo gli straordinari per poter comprare il nuovo modello di scarpe da ginnastica al figlio, che altrimenti, a scuola, sarà emarginato. La moglie piange in silenzio perché le amiche indossano abiti firmati, mentre lei non ha soldi da sprecare. Gli adolescenti, anziché perseguire i valori autentici e profondi della fede e della speranza, sognano di diventare artisti. Le giovani provinciali tradiscono la propria identità e prendono in considerazione la possibilità di trasferirsi nella grande città e accettare qualsiasi cosa — assolutamente qualsiasi cosa — pur di arrivare a possedere un certo gioiello.
Un mondo che dovrebbe proiettarsi verso la giustizia prende a ruotare intorno alla materia, intorno a qualcosa che nel giro di sei mesi non servirà più a niente, che si dovrà rinnovare: ma soltanto in questo modo il "circo" può continuare a mantenere sulla vetta del mondo quelle creature spregevoli che ora si trovano a Cannes.
Igor non si lascia certo influenzare da questo potere distruttivo. Svolge uno dei lavori più invidiabili del mondo.
Ogni giorno guadagna molto più denaro di quanto potrebbe spenderne in un anno, anche se decidesse di concedersi ogni piacere immaginabile - sia legale che fuorilegge. Gli è piuttosto facile sedurre una donna, anche prima che lei sia a conoscenza del fatto che è un uomo ricco
- l'ha sperimentato spesso, e ha sempre funzionato. Ha appena compiuto quarant'anni, è in splendida forma, si è sottoposto al solito check–up annuale, che non ha evidenziato alcun problema di salute. Non ha debiti. Non ha bisogno di vestire una certa griffe, di frequentare quel tale ristorante, di trascorrere le vacanze sulla spiaggia dove "andranno tutti" o di comprare un modello di orologio solo perché è pubblicizzato da uno sportivo famoso. Può firmare importanti contratti con una penna da pochi centesimi, indossare giacche comode ed eleganti, confezionate su misura in un negozietto accanto al suo ufficio - indumenti che non portano etichetta. Può fare ciò che desidera, senza dover dimostrare a nessuno che è ricco, che fa un lavoro interessante ed è entusiasta della propria vita.
Forse è proprio quello il problema: è sempre entusiasta di ciò che fa. È convinto sia questa la ragione per cui la donna che qualche ora prima è entrata nel bar non è seduta al suo tavolo.
Si sforza di continuare a riflettere, per passare il tempo.
Ordina a Kristelle un altro drink - conosce il nome della cameriera perché un'ora prima, quando il locale era meno frequentato (le persone erano ancora alle cene), ha chiesto un whisky, e la ragazza gli ha detto che lui sembrava triste, che avrebbe dovuto mangiare qualcosa e tirarsi su. Lui aveva ringraziato per quell'interessamento - gli era piaciuto che qualcuno si preoccupasse veramente del suo stato d'animo.
Forse è l'unico a sapere come si chiama la persona che lo sta servendo: gli altri vogliono conoscere il nome — e se possibile la carica - dei vari individui che sono seduti ai tavoli e sprofondati nelle poltrone.
Si impegna per seguitare a riflettere, ma sono ormai le tre del mattino passate, e la bella donna e l'uomo educato - tra parentesi, fisicamente gli assomiglia moltissimo — non sono tornati. Forse sono andati difilato in camera e ora stanno facendo l'amore, o magari stanno bevendo champagne su qualche yacht, dove la festa comincia quando le altre sono prossime a concludersi. Forse sono sdraiati sul letto a leggere qualche rivista, senza neppure guardarsi.
Tutto questo non ha importanza. Igor è solo e stanco, e ha bisogno di dormire.