Salve a tutti cari lettori,
oggi, di tacito accordo con Pamela,
abbiamo deciso di dedicare la giornata alla pubblicazione delle
curiosità.
La mia non vuole essere proprio una
curiosità ma, il ricordo di un evento che spero non ricapiti mai più
nel mondo.
Essendo un'appassionata di libri,
quest'anno volevo che l'argomento della mia tesina fosse incentrato
sui miei hobby e sulle mie passione. Inizialmente avevo pensato di
portare Bookcret come spunto da cui partire per poi collegare le
varie materie ma, viste le difficoltà e la forzatura nei collegamenti
sono passata a tutt'altro: il topo. Dal quale poi avrei d'esumato il
classico detto: "sei un topo di biblioteca" ma anche qua, i
collegamenti non erano del tutto originali e non avrei mai voluto, un
giorno, ricordare la mia maturità come un grosso topo grigio intento
a mangiare il formaggio ahahhahahha. Così scavando più a fondo tra
le varie pagine di Google ho trovato il tema perfetto: il rogo dei
libri del 1933. E, per mia grande fortuna, quest'anno ricorreva
l'ottantesimo anniversario dell'evento.
Non fraintendetemi, non voglio parlarvi di storia né annoiarvi, voglio semplicemente dare spunti a tutti i futuri maturandi di quest'anno e ricordare con voi una delle date più plumbee della storia moderna.
Tra
il 10 maggio e il 21 giugno 1933 si svolsero numerosi roghi in trenta
città universitarie tedesche. Il rogo più spettacolare fu
organizzato nella piazza del Teatro dell'opera a Berlino, la sera del
10 maggio 1933. In contemporanea roghi simili si svolsero in altre
città, descritti da Radio Germania (Deutschaldn Sender) e da altre
emittenti radiofoniche. Il rogo di Berlino fu organizzato con
estrema attenzione poiché doveva essere un esempio per le altre
città del Reich. Le fiamme si levarono sopra la piazza del
Teatro dell'opera alle undici e mezza di notte. Secondo
il giornale "Völkischer Beobachter",
che dopo la salita al potere di
Hitler veniva tenuto sotto controllo dai nazisti, bisognava
respingere le opere:
• Di coloro che esaltavano la Repubblica di Weimar ( Periodo della storia della Germania che va dal 1919 al 1933);
• Di coloro che attaccavano i fondamenti della morale e della religione tedesca ;
• Degli autori pacifisti, in particolar modo degli scrittori critici della Prima Guerra Mondiale (1914-1918);
• Di coloro che offendevano i militari nazisti;
• Di libri di scrittori ebrei;
• Di libri che parlavano positivamente della popolazione ebrea;
• Di chi criticava la società borghese tedesca;
• Degli autori comunisti;
• Dei giornalisti oppositori del regime;
• Di scienziati antinazisti ( Albert Einstein)
A
ottant'anni dal rogo dei libri compiuto a Berlino dai
nazionalsocialisti, sono stati centinaia i partecipanti alla
cerimonia di commemorazione dell'evento. Per tutta la giornata sul
Bebelplatz di Berlino, dove vennero arsi il 10 maggio 1933 centinaia
di libri di autori ebrei, socialisti e pacifisti, si sono svolte
letture e discussioni per ricordare la storica data.
Al
centro della piazza, di fianco al monumento di Micha Ullman vi
era un palco su cui si avvicendano attori tedeschi, anche di un certo
spessore, a leggere brani dai libri che nel 1933 furono bruciati.
A
pochi metri dal palco, un’area della piazza era ricoperta da sedie
in plastica di diverso colore. Su ogni sedia c’era un libro di un
autore bandito a disposizione delle persone che passavano.
Spesso,
i grandi cambiamenti della storia sono stati accompagnati dalla
distruzione dei libri. La scelta del fuoco come strumento di
annientamento non è casuale. Il fuoco non lascia dietro di sé
nessuna traccia, nessuna rovina sulla quale poter costruire il futuro
o ricostruire il passato.
Noi
oggi tendiamo a ricordare certi fatti della storia in modo da
impedirne il loro ripetersi nel futuro. Quest'evento ha portato, come
vi è scritto sopra la fine di centinaia e centinaia di libri ma, con
essi anche la fantasia, la creatività, l'impegno, la fatica dei vari
autori. Ogni autore lascia un pezzo di sé in ogni volume pubblicato
e vederlo bruciare davanti ai nostri occhi provoca in noi una piccola
morte interiore. Ma dobbiamo anche ricordare che questa distruzione
fu un preludio per ciò che avvenne dopo: la deportazione e lo
sterminio di milioni di uomini nei campi di concentramento.
Fonti:
Ilaria di
Bookcret, quello che i libri non dicono