Carissimi lettori di Bookcret,
ho appena terminato la lettura di Non
volare via di Sara Rattaro. Il libro era inserito
nella mia lista di "libri da leggere assolutamente"
da vari mesi ma, tra l'esame teorico della patente (superato senza
toppe difficolta ma, con molta ansia), la disperata ricerca di un
lavoro e la preparazione per i futuri test d'ingresso all'università,
non l'ho mai iniziato. Ieri sera dopo essere tornata a casa,
nonostante la stanchezza, ho incominciato a leggere e le pagine
volavano via una dietro l'altra e prima che me ne accorgessi sono
arrivate le due e un quarto della mattina. Ho dovuto necessariamente
spegnere la luce e infilarmi sotto le coperte, inghiottire la
curiosità e continuare la lettura questa mattina. Ora a lettura
terminata vi propongo la mia recensione sperando che sia di vostro
gradimento e vi spinga a leggere, per chi ancora non l'avesse fatto,
il romanzo.
Titolo: Non volare via
Autore: Sara Rattaro
Editore: Garzanti libri
Collana: Narratori moderni
N. pagine: 222
Recensione eseguita da Ilaria
Trama:
Matteo ama la pioggia. Gli piace sentirne il tocco leggero sulla pelle. Perché quello è l'unico momento in cui è uguale a tutti gli altri. Perché Matteo è nato sordo. Oggi è giorno di esercizi. La logopedista gli mostra un disegno con tre uccellini. Uno vola via. Quanti ne restano? La domanda è continua, insistita. Ma Matteo non risponde, la voce non esce, e nei suoi occhi profondi c'è un mondo fatto soltanto di silenzio. All'improvviso la voce, gutturale, esce: "Pecché vola via?". Un uccellino è volato via e Matteo l'ha capito prima di tutti. Prima della mamma, Sandra. Prima della sorella, Alice. È il padre a essere volato via, perché ha deciso di fuggire dalle sue responsabilità. All'inizio non era stato facile crescere il piccolo Matteo. Eppure tutti si erano fatti forza in nome di un comandamento inespresso: "Restare uniti grazie all'amore". Ma è stato proprio l'amore a travolgere Alberto, un amore perduto e sempre rimpianto. Uno di quei segreti del passato che ti sconvolge la vita quando meno te l'aspetti. E lo fa quando credi di essere al sicuro, perché sei adulto e sai che non ti può succedere. E che poi ti trascina nell'impeto di inseguire i tuoi sogni. Ma adesso Alberto ha una famiglia che ha bisogno di lui. Sandra, la donna che ha sacrificato tutto per il figlio. Alice, la figlia adolescente che sta diventando grande troppo in fretta. Ma soprattutto ha bisogno di lui Matteo, che vorrebbe gridare "Papà, non volare via."
Recensione:
Non volare via
narra la storia di una famiglia. La famiglia di Sandra e Alberto con
i loro due figli Alice e Matteo. Alice è la sorella maggiore e aiuta
spesso i genitori occupandosi del fratellino, perché Matteo non è
un bambino "normale". Matteo è affetto da ipoacusia
bilaterale grave, in poche parole il bambino è sordo.
La sua diagnosi
getta in scompiglio questa famiglia che a capo fitto si butta in una
degli ostacoli più difficili che la vita possa mettere sul nostro
cammino.
Sandra e Alberto
passano le notti in ospedale sperando di trovare un modo per aiutare
il figlio; lasciano spesso Alice, ancora adolescente, dalla nonna per
occuparsi di Matteo; passano i pomeriggi nelle sale d'attesa a
ripetere le lettere dell'alfabeto, la lingua dei segni e la
musicoterapia pregando che il loro bambino possa un giorno sentirli.
Tutto questo rombe la quiete comune di questa famiglia che man mano si
disgrega sempre più. Si perdono nelle difficoltà che la vita gli
riserva e inciampano nella via del ritorno. Soprattutto, o meglio
dire inizialmente Alberto.
Alberto è il
narratore del racconto e ci descrive il suo primo eterno amore,
Camilla. Ragazza orfana di madre, con un padre violento e la passione
per la danza. Camilla pur di inseguire il suo sogno, diventare prima
ballerina, sceglie di partire per Parigi e allontanarsi da Alberto.
I due si rincontrano dopo quasi vent'anni, ammettendo a se stessi di
non essersi mai lasciati realmente, di non aver mai smesso di pensare
e di amare l'altro. Instaurano una relazione amorosa, che ben presto
verrà scoperta da Alice e successivamente da Sandra.
La fuga dai
problemi in cui Alberto sperava di trovar conforto e serenità
metterà a repentaglio tutto ciò in cui aveva creduto prima. Perché
la vita non è come nei film. Vediamo spesso che alla fine della
pellicola il protagonista corre disperato all'aeroporto o alla
stazione più vicina, per impedire all'amore della sua vita di
abbandonarlo. Alberto ci ha provato ma, non è un qualsiasi
protagonista di un film. Alberto è un marito e soprattutto un padre
con responsabilità e doveri e non può permettersi di rincorrere
l'amore.
Se un giorno la
vita ci mettesse in prossimità di una biforcazione e dovessimo
scegliere tra la vita che vorremmo davvero vivere e le
responsabilità, gli obblighi verso gli altri tutti sceglierebbero
la prima strada, proprio perché la vita è una sola e non possiamo
permetterci di sprecarne nemmeno una briciola ma, non sempre ciò che
è meglio per noi, è meglio per gli altri. Alberto non può
permettersi di percorrere quella strada, deve scegliere ciò che è
giusto per Matteo, Alice e Sandra. Alberto ha voluto la bicicletta e
adesso deve pedalare nonostante la stanchezza, il dolore e la
sofferenza.
Questo libro
insegna davvero tanto, e racconta dei fatti che nessuno si
aspetterebbe di trovare in un libro, visti gli enormi pregiudizi
presenti nella nostra società.
Alberto, l'uomo in
fuga dalla realtà, sarà l'unico, che crescendo come non mai e
maturando dall'esperienze fatte, prenderà in mano le redini di questa
famiglia che sembra ruotare intorno alla sordità di Matteo, e la
porterà in salvo, nonostante gli errori commessi durante il
tragitto.
Tempo fa lessi una
poesia di Kahlil Gibran, I vostri figli. Gibran paragona i genitori
ad un arco dal quale poi i figli, delle frecce vive, sono lanciati in
avanti. Durante il percorso intrapreso dalle frecce per conficcarsi
nel tronco prestabilito, queste possono trovare degli ostacoli sul
loro cammino che modificano la loro traiettoria, facendole perdere la
retta via.
Sandra e Alberto
sono due frecce deviate dal vento ma, che alla fine, dopo le varie
difficoltà, riescono a conficcarsi nel tronco, uscendone più forti
e uniti di prima.
Alice è
l'adolescente di oggi, cresciuta troppo in fretta, con dei genitori
troppo presi da un figlio per dedicarle il tempo che meriterebbe.
Matteo invece, è un fiore esotico protetto da una campana di vetro, da
conservare e salvaguardare a costo della vita.
Dopo aver
terminato la lettura mi sono chiesta se le cose sarebbe potute andare
diversamente se Matteo non fosse stato sordo. Non sono ancora
riuscita a trovare una risposta ma, se fossi stata al posto di
Alberto avrei fatto la sua stessa scelta.
Questo libro, senza
neanche rendermene conto, mi ha dato un grande insegnamento, una di
quelle massime che i genitori impartiscono a figli per prepararli
alla vita. Ho adorato questo libro dall'inizio alla fine. Come
Alberto sono uscita dalla lettura del romanzo più cresciuta e
matura. Ho capito solo ora quanto possa essere difficile essere
genitori, generare da capo una vita, non farle mancare nulla e
sperare che questo sia sufficiente per renderlo felice. I sacrifici
che si possono fare per le persone amate che ci lacerano il cuore, ma
che alla fine lasciano anche grandi soddisfazioni, sapendo di aver
preso la decisione giusta. Non per noi ma per una parte di noi che
non vorremo sostituire con niente e nessuno, nonostante
l'imperfezione, come la sordità.
Un libro
eccezionale, meraviglioso che ancora adesso nel riportarlo alla mente mi fa
battere forte il cuore. Una scrittura fluida e curata quella di Sara
Rattaro che non manca di stupire il lettore con delle massime sparse
in giro per le pagine. Una donna che forse involontariamente mi ha
insegnato e fatto comprendere, quale strada dovrei percorrere se, un giorno, dovessi perdermi come Alberto tra le tortuosità che la
vita sembra riservare agli uomini.
"Nessuno crede che vivrà una vita normale. Facciamo grandi sogni e siamo incredibilmente ottimisti, immaginiamo figli forti e sani e disegniamo case accoglienti e serene. Tutti pensiamo che il nostro passaggio sulla terra sarà speciale e siamo pieni di aspettative sul futuro. Su cosa faremo e cosa diventeremo. Poi facciamo i conti con la realtà e se riusciamo, a restare in piedi è già un miracolo"
"Per essere straordinari non è necessario essere perfetti"
Ciao! Carissime....
RispondiEliminaPassata per la recensione che trovo molto interessante!!!
Un mega bacione Bookcret...^_^
Uno fatabbraccio a presto!
By. LA FATA...<3
Fata, grazie mille di essere passata <3 E' sempre bello ricevere i tuoi commenti! un grande kiss! A presto.. (:
EliminaPamela